Racconti di viaggio: tour tra grotte, catacombe e castelli della provincia di Palermo




Sei alla ricerca di un weekend low cost ma non sai dove andare? Scegli Carini e Montelepre! Un itinerario tra grotte, antichi misteri e degustazioni alla scoperta della Sicilia più autentica per una vacanza sana, divertente e rilassante per grandi e bambini nel cuore della provincia di Palermo.

Appassionati di archeologia, speleologia e della Sicilia autentica unitevi: è in arrivo un itinerario coi fiocchi nei dintorni di Palermo costruito apposta per voi e per i vostri bimbi. Volete regalare ai più piccoli un’esperienza unica? Portateli con voi a visitare Carini e Montelepre, due paesi fuori dai percorsi turistici di massa ma in grado di regalarvi esperienze uniche. Partiamo!

GIORNO 1

Carini, ritorno alle origini della Sicilia più antica

 Sabato mattina, sole forte, musica a palla e tanta voglia di relax, storia, archeologia, degustazioni e di goderci questo weekend da turisti nella nostra terra, in quel pezzo di Sicilia tra le province di Palermo e Trapani.
Ho appuntamento con i miei amici che arrivano tutti in ritardo. In un modo o nell’altro, finalmente riusciamo a raccoglierci tutti e a partire. Destinazione numero uno: la grotta di Carburangeli appena fuori Carini, paese in provincia di Palermo di 37.000 abitanti circa.

La “grotta di Carburangeli” di Carini, un luogo inestimabile della speleologia siciliana

Amanti della natura incontaminata e dell’avventura, mi rivolgo soprattutto a voi! Eccoci alla prima tappa del nostro itinerario: la grotta di Carburangeli, un imperdibile gioiellino speleologico siciliano alle porte di Carini, in provincia di Palermo. Arriviamo all’ingresso per la grotta intorno alle 10.30, orario perfetto per iniziare la visita. Incontriamo la nostra guida e ci avventuriamo. In tutto sono 400 metri di percorso (si può arrivare fino a un certo punto) all’interno della grotta: stalattiti, stalagmiti, CHE SPETTACOLO! Sì ma occhio alla testa, se non volete farvi fare un CAZZIATONE, ma soprattutto se non volete restarci lì dentro.
Ultimo avvertimento: animali in vista. Può capitarvi di vedere pipistrelli e piccoli organismi, insetti, crostacei, ragni millepiedi e molluschi, come è successo a me: incontro ravvicinato con un simpatico pipistrello che ha quasi pensato di appollaiarsi sul mio caschetto. Fortunatamente, però, non ci è riuscito; avrà avuto paura della mia reazione da pazza isterica scatenata! In passato, invece, sono stati trovati resti di elefanti, orsi, iene, bisonti, cervi ma in questo caso non ci sono più rischi.
Usciamo dalla grotta ENTUSIASTI! Sono le 11.45, un po’ troppo presto per l’ora di pranzo. A meno di 10 minuti di strada c’è la catacomba cristiana di Villagrazia di Carini per cui abbiamo prenotato la visita guidata. Andiamo!

 

La Catacomba Cristiana di Villagrazia di Carini, un gioiello siciliano nascosto finalmente visitabile

 

 

Eccoci alla Catacomba Paleocristiana di Villagrazia di Carini (frazione di Carini), finalmente riaperta al pubblico dopo tanti anni di chiusura. Sarà mica una cosa noiosa e interminabile? Assolutamente no, anzi: la visita è piacevole. E siamo pure fortunati perché, dopo anni di scavi e studi, adesso finalmente si può visitare il sito, a dispetto di tutti quelli che arrivavano sul luogo e si trovavano il cancello chiuso in faccia. E poi la cultura non fa mai male: scopriamo tante cose nuove sul periodo romano-cristiano in Sicilia.
Cosa vediamo dentro la Catacomba? Affreschi restaurati, arcosoli (tomba a parete al di sopra della quale è collocato un arco), dipinti che raffigurano la Madonna, i Magi e i defunti che sarebbero stati riposti in quei luoghi. Macabro? Per niente, soprattutto per gli appassionati di arte antica. Non potete dire di conoscere a fondo la Sicilia archeologica se non avete visitato le Catacombe di Villagrazia di Carini.
Ridendo e scherzando, però, si è fatta ora di pranzo e, oltre agli stomaci che si lamentano, siamo pure abbastanza stanchi. Che si fa? Ci fermiamo per un gelato o un panino. Nessuno di noi vuole appesantirsi perché ci aspetta un’altra bella camminata nel pomeriggio. Approfittiamo, allora, di questa pausa per riposare i piedini e chiacchierare spensierati. Solo che, chiacchiera chiacchiera, sono già le 16. Rimettiamoci in cammino, la baronessa di Carini ci aspetta!

 

Il castello di Carini e la leggenda più suggestiva della Sicilia occidentale

 

 

Menomale che da Villagrazia a Carini sono solo 10 minuti di strada… E più ci avviciniamo al Castello, tappa principale di una vacanza a Carini, più fremiamo nel sapere la verità sulla leggenda della Baronessa, una delle più conosciute ma anche delle più temute di tutta la Sicilia!
Saliamo nella parte più alta del paese, parcheggiamo nei paraggi del Castello, facciamo i biglietti ed entriamo.
Il castello è molto suggestivo, risale all’epoca medievale e fu fatto costruire da Rodolfo Bonello, guerriero di Ruggero I, su un’antica costruzione araba. Nel 1283 divenne di proprietà della famiglia Abate, motivo per cui è possibile osservare lo scudo della famiglia sulla seconda porta del Castello. La fortezza è famosa soprattutto per la figura di Laura Lanza di Trabia, conosciuta come la “baronessa di Carini”. Si narra che la notte del 4 dicembre 1563 la donna, moglie di don Vincenzo la Grua, sia stata uccisa dal padre in quanto colta in flagranza di adulterio insieme all’amante Ludovico Vernagallo, anche se ancora oggi, a distanza di 452 anni, non è certo se sia stato il padre, il marito o entrambi a uccidere la baronessa. La stanza in cui avvenne il delitto, nell’ala ovest del Castello, è crollata. La leggenda vuole che su una parete di questa vi fosse l’impronta della mano insanguinata della baronessa. Si pensa inoltre che il fantasma di Laura si aggiri ancora per il Castello. Sono stati chiamati pure i ghost hunters (cacciatori di fantasmi) che dicono di aver rilevato, tramite l’uso delle loro attrezzature, presenze occulte che si aggiravano nei meandri dell’edificio.
Completiamo la visita del Castello un pochino terrorizzati, riprendiamo le auto e ci spostiamo al b&b a posare i bagagli, darci una rinfrescata e uscire per la cena.

Cosa mangiare a Carini? Solo il meglio del pesce e del dolci siciliani!

Non puoi dire di conoscere a fondo ogni zona della Sicilia se non hai prima fatto i conti con l’enogastronomia locale. Missione dura, certo… e vabè, qualcuno dovrà pur sacrificarsi! E se vi trovate dalle parti di Carini, fermatevi per una cena e scegliete il pesce fresco, quello pescato pochi chilometri più giù. Cozze, vongole, calamari, gamberi, avrete solo l’imbarazzo della scelta! Non sapete cosa scegliere? Fate come me, prendete un piatto di spaghetti ai frutti di mare, così potrete “tastare” ogni singolo sapore di questa allegra compagnia di pesci che compongono il piatto.
Concludete la cena con un bel dolce, come una fetta di cassata siciliana. Non azzardatevi a lasciare la tavola di un siciliano senza aver prima trangugiato un dolce tipico, il padrone di casa o del ristorante potrebbe non prenderla tanto bene! Terminata la cena, decidiamo di fare una passeggiata per le viuzze del paese e rimaniamo estasiati dalla bellezza di questa piccola perla della provincia di Palermo, anche se la camminata dura poco perché siamo vinti dalla stanchezza. Andiamo a dormire và, che la gita non è ancora finita

GIORNO 2

La caverna delle meraviglie dei bambini: il Bioparco di Sicilia a Carini

Eccoci qui, nell’unico Bioparco di Sicilia, una tappa assolutamente obbligatoria per una vacanza con i bambini in provincia di Palermo. Trascorriamo un’intera giornata all’interno della struttura perché c’è veramente tanto da vedere e da fare. È un luogo fantastico per i bambini, qui è facile insegnare loro il rispetto per l’ambiente e spiegare la biodiversità e la sua tutela. Abbiamo modo di vedere molte specie animali, oltre alla florida vegetazione: zebre, anatre, pappagalli coloratissimi, manguste, lama, tartarughe, scimmie e dei simpaticissimi canguri che quasi ci sorridono. Gli animali sono trattati benissimo, ricevono molte attenzioni e godono di ottima salute: insomma, se la spassano e si vede!
All’interno del parco c’è anche un bar dove poter acquistare il pranzo da consumare nella comoda area pic nic, un’area giochi per i bimbi, servizi igienici. Tutto all’insegna della comodità, del relax: un piccolo grande gioiello in cui i bambini apprendono divertendosi. Da rifare!

Cosa visitare in centro a Carini?

Cos’altro si può ammirare in centro a Carini? Vi consiglio di fare una passeggiata fino al Duomo e anche alla Chiesa degli Agonizzanti, sono i due esempi di architettura religiosa più belli che Carini possiede.
Il Duomo è dedicato a Maria SS. Assunta. Fu costruito verso la fine del XV secolo e al suo interno, a tre navate, ospita stucchi neoclassici di Giuseppe Testa e l’“Adorazione dei pastori” di Alessandro Allori.
La Chiesa degli Agonizzanti è una chiesa barocca ricca di affreschi e dipinti di grande valore. La sua particolarità sta proprio nei toni chiaroscuri degli affreschi che la abbelliscono, in grado di creare uno scenario che difficilmente si osserva in una Chiesa siciliana. Purtroppo la Chiesa non è sempre aperta, noi abbiamo potuto visitarla grazie alle Giornate di Primavera organizzate dal F.A.I.
Passeggiare tra le vie di Carini è piacevole e rilassante: la città gode di molti spazi aperti, nel senso che tra un edificio e l’altro c’è spazio per vedere il panorama che circonda il paese, con le montagne che lo sovrastano.

GIORNO 3

Ancora natura e speleologia siciliana: la riserva naturale “Grotta dei Puntali”

Terzo e ultimo giorno di vacanza siciliana. Ore 10: tutto pronto per la partenza, raccogliamo le nostre cose e via di nuovo in macchina per andare a vedere un’altra Riserva Naturale sempre a Carini, la grotta dei puntali. Ve l’avevo detto io che sarebbe stato un itinerario siciliano perfetto per gli appassionati di speleologia! In pochissimi minuti raggiungiamo la riserva e iniziamo la visita.
La Riserva Naturale Integrale “Grotta dei Puntali” è stata istituita nel 2001. Come fauna, è possibile osservare vari tipi di ragni, sei specie di Chirotteri all’interno della grotta; all’esterno mammiferi, uccelli e rettili tipici della zona. Per quanto riguarda la flora, invece, sono presenti comunità nitrofile, principalmente ortiche; Oxalis acetosella, caratteristici fiori gialli, Capparis spinosa, euforbia arborescente, fico d'india, Opuntia ficos indica, olivastro, Olea europea e Scarlina, Galactite tomenotosa. Abbiamo le stelline negli occhi durante tutta l’escursione: la quantità di bellezze naturalistiche in Sicilia è immensa e, se solo sapessimo come valorizzarle, potremmo fare invidia al mondo. Qui sono stati ritrovati un mucchio di fossili di dinosauri e animali preistorici, tra cui i resti del rarissimo elefante nano, testimonianza di come la zona fosse parecchio popolata nella preistoria. Terminiamo la visita alla grotta e lasciamo Carini per l’ultima tappa del nostro viaggetto.

Montelepre, il paese del primo gangster siciliano

Montelepre, piccolo paese della provincia di Palermo che diede i natali del bandito Giuliano. Eppure è un bel paesino. La gente del luogo lo chiama “Muncilebbru” (che nome strano!) ed è anche un po’ urtata di sapere che il proprio paese è conosciuto solo in maniera negativa. Dista solo 15 minuti da Carini e arriviamo che è quasi ora di pranzo. Decidiamo di mangiare presto perché vogliamo vedere più cose possibili nel pomeriggio.

I monumenti più importanti di Montelepre

 

Dopo pranzo facciamo una passeggiata per le vie principali di Montelepre. Arriviamo davanti alla Chiesa di Maria SS. Del Rosario (nonché Chiesa Madre) ed entriamo per una visita. È una chiesa non grandissima, costruita alla fine del ‘600, all’interno della quale è custodito il Simulacro del SS. Crocifisso. La croce su cui poggia la statua è di legno con fasce di pietra agata. A pochi metri dalla Chiesa Madre troviamo la Torre Ventimiglia, il monumento più importante del paese che fu fatto costruire nel 1435 circa da Giovanni Ventimiglia, arcivescovo di Monreale. Purtroppo la torre è momentaneamente chiusa, per cui non è possibile visitarne l’interno.

Tradizioni di Sicilia: i Misteri di Montelepre, 400 figuranti in processione

 

 

Terminata la visita della Torre Ventimiglia, andiamo a posizionarci in prima fila per assistere alla processione dei Misteri, l’evento più importante di Montelepre. È una delle più antiche processioni della Sicilia: si svolge da ben 400 anni a questa parte e coinvolge quasi tutti gli abitanti del paese. 400 figuranti tra la gente del luogo portano in scena ottanta quadri che ripropongono gli eventi più importanti dell’Antico e del Nuovo Testamento, dalla creazione del mondo fino alla Passione di Cristo. È un momento molto commovente e anche particolarmente sentito dagli abitanti di Montelepre, che curano ogni particolare nei dettagli, per cercare di trasmettere le sensazioni vissute durante le antiche processioni medievali, da cui i Misteri traggono ispirazione.
Il risultato è ben riuscito, tanto da coinvolgere gli abitanti dei paesi limitrofi e i turisti, come noi, sempre alla ricerca delle antiche tradizioni popolari siciliane.

Sicilia da gustare: degustazione di dolci monteleprini all’ombra degli ulivi

 

Sei a Montelepre e vuoi assaggiare i dolci tipici? Ecco due proposte che non puoi farti mancare:

  • Pasta all’antica, l’essenza di Montelepre, detti anche “pasta du zu Giacominu”, dal nome del pasticcere che inventò questa preziosa ricetta. Il dolce è composto da due biscotti rotondi di pastafrolla posti uno sull’altro. Tra un biscotto e l’altro viene spalmata della crema al latte; sul biscotto superiore, poi, viene aggiunta la glassa e una ciliegina candita. SPECIALI!
  • Cucciddati. Si tratta di una variante linguistica dei buccellati, dolci tipici natalizi siciliani, appartenenti soprattutto alla tradizione palermitana.

Sono dolci ripieni di frutta secca e marmellata, come quelli ai fichi e vengono modellati in forme diverse: a ciambella, monoporzione e a rotolo. Acquistiamo due vassoi di dolci e ci fermiamo a mangiarli appena fuori Montelepre, sulla strada che ci porterà a casa. È un piacere assoluto godersi la campagna siciliana al tramonto, meglio ancora se si è in buona compagnia e, nel frattempo, si assaporano le bontà di questa terra così magica.
Termina così il nostro weekend. Lasciamo Montelepre con un proposito in testa: DOBBIAMO TORNARE il 6 GENNAIO PER LA SAGRA DELLA SFINCIA!!!