Panza e vacanza!Tour tra enogastronomia genuina e barocco in provincia di Ragusa




Lì dove il vino è colore dell’ambra e la cipolla è la più dolce del mondo: un viaggio alla scoperta dei sapori siciliani D.O.C. nella provincia di Ragusa meno conosciuta. Partiamo alla volta di Comiso, Vittoria, Acate, Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso Almo.

Sono un padano innamorato della Sicilia e di tutte le sue bellezze, ma non conosco la provincia di Ragusa. Ho viaggiato tanto, sono stato a Modica, a Scicli e Ragusa, oltre ad aver girato più o meno il resto dell’isola. L’entroterra ragusano mi manca, lo ammetto. Mi hanno detto che il cibo da quelle parti è divino, oltre al fatto che il vino di queste zone è qualcosa di indescrivibile. Ho deciso, parto per un itinerario nell’entroterra della provincia di Ragusa, ma includo pure qualche tappa marina, giusto per far contenti i miei figli e mia moglie. Partiamo!

GIORNO 1

Comiso, la città-teatro siciliana del vino colore dell’ambra

 

 

Atterriamo all’aeroporto di Comiso nel primo pomeriggio, il sole di Sicilia picchia forte. Noleggio un’auto, carichiamo i bagagli e via, alla volta del bed and breakfast prenotato. In 10 minuti siamo già a Comiso centro, posiamo i bagagli e ci rinfreschiamo. Un’oretta dopo siamo già tra le vie del centro storico della città.
Piazza Fonte Diana è la prima fermata del nostro tour fra le vie di Comiso. Qui si trova anche l’omonima fontana. Vale la pena vederla perché è un monumento neoclassico costruito sull’antica fonte termale.

Dolce pausa nel centro di Comiso a base di cassateddi di ricotta

 

 

Terminata la visita alla fontana, ci addentriamo ancora di più nel centro di Comiso. I bambini sono un po’ stanchi e hanno sete, chiediamo un po’ in giro cosa possiamo degustare come specialità del luogo. Niente di meglio delle cassateddi di ricotta, dolci strabuoni tipici del ragusano. Sono dei dolci legati alla tradizione pasquale ma che ormai è facile trovare durante tutto l’anno: la base è costituita da una sfoglia di pasta piegata a mo’ di cestino, in modo da contenere la dolce e freschissima ricotta che le riempirà. Sulla ricotta viene poi spolverato un po’ di cacao o decorazioni colorate per dolci. E devo dire che Comiso è strapiena di questi deliziosi dolcetti, potete trovarli praticamente dappertutto!

Ma il conte Naselli dorme o fa finta? Per scoprirlo visita la chiesa di san Francesco a Comiso

Ora che siamo tutti più freschi e riposati ripartiamo per piazza delle Erbe, per andare a vedere la Chiesa Madre che in realtà si chiama Chiesa di Santa Maria delle Stelle, costruita tra il XIV il XV secolo e poi ricostruita dopo il terremoto del 1693 in chiave barocca e neo-gotica. La Chiesa è stata riaperta da poco, dopo aver subito un restauro interno. In linea di massima, Comiso è un paese tardo barocco, frutto di tante contaminazioni fra le varie culture, e questa cosa mi fa impazzire.
Poi ci spostiamo a vedere la Basilica di Maria Santissima dell’Annunziata, anche questa danneggiata dal terremoto del 1693 e poi restaurata, e la Chiesa di San Francesco, dove all’interno si trova la cappella dei Naselli d’Aragona che hanno dominato la città (esiste anche un castello all’interno di Comiso di proprietà dei Naselli, ma per visitarlo bisogna prenotare la visita ed essere un gruppo maggiore di 10). La cosa curiosa di questa chiesa è la tomba del conte Naselli, detto il Rosso. In pratica, il conte è rappresentato sul proprio sarcofago, comodamente adagiato sul fianco destro. La sua espressione è stupefacente: è morto o sta solo dormendo? Sembra quasi che stia facendo finta, come se stia recitando. Gli abitanti di Comiso non sono poi così convinti: c’è chi dice che sia ancora vivo e che ogni tanto si faccia vedere in giro. Del resto, Comiso è piena di artisti, scrittori, poeti e artisti eclettici. Valli a capire…

Cena a Comiso: cosa mangiare?

È già ora di cena, in Sicilia lo senti già dall’odore che pervade le strade. Nel ristorante che scegliamo possiamo mangiare le tipicità di questo posto e bere dell’ottimo ambrato, vino prodotto proprio a Comiso e particolare perché assume proprio la colorazione dell’ambra. Ci ingozziamo di pastieri e di impanate di agnello che fanno solo da queste parti e come dolce un’ottima torta di albicocche, anche queste rigorosamente autoctone e biologiche. VUsciamo dal ristorante rotolando, facciamo una breve passeggiata digestiva tra le vie di Comiso e torniamo in albergo stanchi della giornata. Domani ci aspetta il mare!

GIORNO 2

Scoglitti, mattinata in riva al mare di Sicilia, finalmente!

Secondo giorno di questo itinerario ragusano, siamo già in macchina per Scoglitti, una frazione balneare del comune di Vittoria (che andremo a visitare nel pomeriggio).
Andiamo a Randello, che è pure una riserva naturale circondata da rovine archeologiche (ci troviamo vicino l’antica città greca di Kamerina). Spiaggia mozzafiato!!! Grande e accogliente, pulita e ad accesso libero (non ci sono lettini né ombrelloni, quindi attrezzatevi per godervi al meglio questa tappa balneare). È una delle spiagge più belle d’Italia inserita nella “Guida Blu 2014” da Legambiente e Touring Club Italiano.

A tavola con il pesce ragusano, che spettacolo!

 

 

Non può mai mancare il pesce quando ci si trova sulle coste della provincia di Ragusa. Qui le parole “freschezza”, “pescato del giorno” sono assolutamente d’ordine e io non me lo posso far mancare. Sbizzarritevi con le ricette: qui i sapori dell’incredibile varietà di pesce vengono esaltati al massimo: paccheri alle vongole, grigliate miste di pesce, risotto ai frutti di mare. A voi la scelta!

Vittoria, la patria del vino siciliano Cerasuolo D.O.C.

 

 

Mamma mia picciotti, che bellezza che è la gastronomia siciliana! Siamo ancora al secondo giorno di vacanza in Sicilia e avremo già preso un chilo a testa. Vabè, ci metteremo a dieta quando torneremo al nord. Per adesso prendiamo l’auto e ci muoviamo verso Vittoria.
Prima di andare a visitare Vittoria ci fermiamo in una cantina per degustare il famosissimo Cerasuolo e altri vini del luogo.
Il Cerasuolo di Vittoria è un vino rosso che affonda le sue radici nella tradizione vinicola ragusana, soprattutto nei comuni di Vittoria, appunto, e poi Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina e Ragusa. Il Cerasuolo viene prodotto anche nelle province di Caltanissetta e Catania. Il Cerasuolo si ottiene dalla mescolanza del nero d’Avola e del frappato. È un vino che ben si abbina con i piatti di carne e con la pizza. Gustatevi un bicchiere di Cerasuolo di Vittoria davanti a un piatto misto di salumi ragusani: non vorrete andar più via da questa meravigliosa terra!

Come trascorrere un pomeriggio in giro per Vittoria?

 

 

La nostra vacanza in Sicilia è slow, vi pare che mi metto a correre come un matto per visitare il ragusano dopo un anno di sbattimenti a lavoro?! Assolutamente no, voglio godermi la natura, le bellezze del territorio e tutto il cibo e il buon vino che il ragusano offre.
Arriviamo a Vittoria a metà pomeriggio, giusto in tempo girare il centro a piedi. Raggiungiamo la Chiesa della Madonna delle Grazie e il teatro comunale e li visitiamo, così come la Basilica di San Giovanni. Il Barocco è di casa qui, siamo a pochi passi dalla val di Noto e la sua influenza si fa sentire. La Chiesa della Madonna delle Grazie è molto imponente, insieme al teatro comunale attaccato a lei. Il teatro è stilisticamente differente, neoclassico e questo abbinamento suona quasi forzato. Strani ma belli, direi…
La Basilica di San Giovanni è bella e anche lei imponente, con una pianta a croce latina e dei dipinti di Giuseppe Mazzone imperdibili: ai quattro lati della cupola sono raffigurati i quattro evangelisti. Gli orari per la visita della Baisilica sono: 7.00-12.00 / 17.00-20.00.

A Vittoria scacce e ciappi non mancano mai

 

 

Decidiamo di cenare in un ristorante a Vittoria, giusto perché dopo la cena di ieri sera a Comiso ho voglia di testare anche la cucina di Vittoria. Due sono le specialità da assaggiare assolutamente:
1. I ciappi, ovvero i famosissimi pomodori siciliani essiccati al sole. Qui a Vittoria si trovano facilmente e sono buonissimi: mettetene uno in bocca e masticatelo lentamente. L’essenzaa della vera Sicilia è a portata di papille gustative!
2. Le scacce, che a dir la verità sono un piatto tipico di Ragusa, ma anche qui a Vittoria sono buonissime. Si tratta di un impasto, simile a quello della pizza, farcito a volontà di patate, cipolle, formaggio o altri ingredienti meno convenzionali, arrotolato e cotto in forno.

Dopo cena, ultima e breve passeggiata tra le vie del centro (siamo tutti abbastanza stanchi) e rientro in albergo a Comiso. Buonanotte!

GIORNO 3

Acate, gironzolare nel borgo siciliano dei principi di Biscari

 

 

Terzo giorno di vacanza in Sicilia, siamo in viaggio per Acate, altra tappa del nostro tour nel ragusano nascosto. Arriviamo in paese nella tarda mattinata, con il caldo che picchia forte. Gironzolando tra le vie del paesino, mi rendo conto che Acate è veramente tranquillo: c’è silenzio, pace, non tantissime auto, il paese sembra quasi dormire…

Cosa visitare ad Acate?

Quali sono le attrazioni e i monumenti principali da visitare ad Acate, delizioso paesino della provincia di Ragusa?

  • Il Castello dei Principi di Biscari, costruito verso la fine del ‘400 da conti di Biscari, appunto. Il castello è in buone condizioni; attualmente ospita alcuni uffici comunali;
  • la Chiesa Madre, dedicata a san Nicola di Bari, fu anche questa ricostruita dopo il terremoto del 1693, di cui rimase ben poco;
  • la Chiesa di San Vincenzo, risalente al ‘600, ospita le spoglie di San Vincenzo Martire, a cui gli abitanti di Acate sono particolarmente legati.

Tutti e tre i monumenti si trovano nel pieno centro del paese, nei dintorni di piazza Libertà.

Mangiare quantità industriali di mitilugghia, prodotto tipico di Acate

Dopo aver visto i principali monumenti di Acate, cerchiamo di nuovo di individuare le ricette della cucina tipica del paese (ormai è chiaro a tutti che sono un buongustaio che cerca sempre di assaggiare i prodotti più tipici; è come se mi aiutassero a comprendere la cultura del luogo). Chiedo informazioni a dei vecchietti che stanno seduti su delle panchine in piazza Libertà e lo “zio Vicenzu” mi dice che se vengo ad Acate e non assaggio la mitilugghia…beh, era meglio se stavo a casa!
Cos’è la mitilugghia? Ve lo spiego subito: è una sorta di focaccia (a base, al solito, di farina, acqua e lievito) non molto spessa, fritta (sì, avete capito bene, FRITTA) e poi condita con alici marinate, cipolla, fettine di limone e aromi. e vi dico che ‘sto piatto è la fine del mondo, mi credete???

Bye bye Acate, tutti al mare a Marina di Acate

Il mare di Sicilia non lo puoi ignorare… ti chiama anche da lontano, anche se sei in un paese distante quasi 14 chilometri dalla costa. Del resto, una mattinata è più che sufficiente per visitare Acate e abbiamo il pomeriggio libero (o quasi, vedete cosa mi sono preparato per dopo). Ok, in un quarto d’ora siamo a marina di Acate, per la felicità di mia moglie e dei miei figli. Inutile dire che anche qui il mare è uno spettacolo, l’acqua è pulita, è un lido abbastanza tranquillo e facilmente accessibile. Chilometri e chilometri di spiaggia e di sabbia chiara, ve ne innamorerete!

Chiaramonte Gulfi, paese del robusto olio d’oliva siciliano

Vacanza on the road: eccoci a Chiaramonte Gulfi, paesino dell’entroterra ragusano detto anche “balcone di Sicilia” perché se qui ti affacci da un balcone qualsiasi del paese puoi goderti un panorama spettacolare: dall’Etna a Gela, fino ai paesini del ragusano occidentale come Acate, Comiso, Vittoria, fino a Caltagirone, il Mediterraneo e i monti Iblei.
Chiaramonte Gulfi è conosciuta per la produzione di olio d’oliva: le campagne che circondano il paese sono strapieni di alberi d’ulivo (ma di questo ve ne parlerò fra un po’).

Le chiese e i musei di Chiaramonte Gulfi

Arriviamo a Chiaramonte Gulfi nel tardo pomeriggio, per cui decidiamo di lasciare l’auto e incamminarci a piedi verso il centro, giusto per farci meglio l’idea di questo paesino.
La vita di Chiaramonte Gulfi è tutta concentrata nel centro città, tra corso Umberto e piazza Duomo, dove si trovano anche i monumenti di maggiore interesse e i Musei, la Chiesa di Santa Maria la Nova, il Museo d’arte sacra e dei cimeli e il nucleo medievale con il bellissimo arco dell’Annunziata.

 

 

Gli ulivi-sculture di Madre Natura di Chiaramonte Gulfi

Ah, proprio parlando dei musei di Chiaramonte Gulfi, ce ne sono tanti, piccolini ma ben organizzati. Uno su tutti? Il museo dell’olio, visto che ci troviamo anche nel paese dell’olio.
Come vi dicevo prima, le campagne che circondano il paese sono stracolme di ulivi, quando si passa da qui il profumo è più che inebriante. Ma non solo. Avete mai visto gli alberi di ulivo di Chiaramonte Gulfi? Sono speciali, i rami sembrano intrecciati dall’uomo e invece è il semplice corso della natura che li rende così. È uno spettacolo da non perdere.

Super cena in locanda a Chiaramonte Gulfi con il signor maiale

 

 

Il piatto tipico per eccellenza di Chiaramonte Gulfi è la gelatina di maiale, chiamata da queste parti “suzu”. Tant’è vero che l’insegna di un ristorante di Chiaramonte Gulfi recita la scritta“Qui si magnifica il porco”. Mmm, che acquolinaaaaa!!!! E in effetti il porco lo magnificano davvero: esistono decine di ricette a lui dedicate che spaziano dai primi (come i ravioli di ricotta conditi con il ragù di maiale) ai secondi (maiale grigliato, panato, grigliata di capicollo e chi più ne ha più ne mtta), con un particolare occhio di riguardo agli antipasti: culatello, salame nostrano e capicollo sono i pezzi forti dei salumi di Chiaramonte Gulfi, oltre a tante altre varietà.
Dopo aver finito questa magnifica cena, rientriamo in albergo a Comiso per la nostra penultima notte di pernottamento in Sicilia.

La grotta del maiale della discordia

E sempre a proposito di maiale, c’è una leggenda, una storia misteriosa legata alla grotta dei Fondacazzi di Chiaramonte Gulfi. In poche parole, si racconta che in questa grotta anticamente vi fosse un mugnaio che una notte accolse nel suo mulino un anziano signore molto distinto e con una sacca piena di gioielli. Il mugnaio, non sapendo come comportarsi, chiese consiglio a un saggio del luogo, il quale gli consigliò di offrire della carne di maiale al ricco ospite: se questi si fosse rifiutato di mangiarla, allora si sarebbe saputo con certezza che era un ebreo e il mugnaio avrebbe potuto ucciderlo per impossessarsi del tesoro. Il mugnaio fece quello che gli aveva detto il santone perché l’anziano signore rifiutò la carne di maiale. Poco dopo la morte, il ricco signore resuscitò e si avventò contro il mugnaio pronunciando sette parole bianche e sette parole nere. A quel punto, si aprì una voragine nella grotta nella quale caddero il mugnaio, il ricco e il tesoro. La leggenda vuole che il tesoro sia rimasto sepolto nella grotta, ma gli spiriti impediscono di entrare nella grotta a chiunque voglia cercare il tesoro.

GIORNO 4

Monterosso Almo, paese ragusano tra i borghi più belli d’Italia

Vigilia di ferragosto, ultimo giorno di vacanza-relax in Sicilia a base di sole, mare, buon cibo e buon vino.

Dopo aver fatto colazione in albergo, ci dirigiamo verso Monterosso Almo, paesino inserito nel circuito “Borghi più belli d’Italia”; infatti è molto carino da visitare. È un comune di poco più di 3.000 abitanti, uno dei pochi paesini di montagna del ragusano. L’antico paesino fu distrutto dal terremoto del 1693 e poi ricostruito.

I tesori di Monterosso Almo

 

 

Visitiamo prima la Necropoli di Calaforno, che si trova fuori dal paese, precisamente sulla strada che da Monterosso Almo conduce a Ragusa. Si tratta di 35 stanzini, di epoca preistorica, utilizzati per la sepoltura e, dopo tanti anni, adibite ad abitazioni, forse durante l’epoca bizantina. Poi entriamo in paese, lasciamo l’auto e ci incamminiamo a piedi. Visitiamo il centro e la Chiesa di San Giovanni Battista, una bellissima chiesa barocca, anche questa danneggiata dal terremoto del 1693 che colpì la Val di Noto e successivamente ricostruita. Lo stile architettonico della facciata ricorda tantissimo quello delle maestose chiese di Ragusa (sempre di barocco siciliano si parla); l’interno della chiesa è molto decorato e ricco di altari. Cerchiamo infine di visitare la Chiesa Madre, ma attualmente è chiusa per restauro.
Si fa già ora di pranzo e iniziamo a domandarci qual è la specialità, il piatto tipico di Monterosso Almo. Dobbiamo trovarlo assolutamente! Chiedendo un po’ in giro, scopriamo che Monterosso Almo è la culla dei cavatieddi muntirussani, una tipologia di pasta simile allo gnocco condita con dell’ottimo sugo di maiale. E già vi sento: ma questo ancora maiale mangia? Picciotti che ci posso fare io, se è una specialità del luogo mica posso non assaggiare! E intanto la pancia aumenta…

Giarratana, terra della cipolla bianca, la più dolce della Sicilia

Ultima tappa del mio itinerario in Sicilia (già mi sento male se penso che domani ripartiremo). Decidiamo di passare la sera di ferragosto non al mare ma in collina, nell’entroterra, a Giarratana.
Perché Giarratana? Perché ogni anno, il 14 agosto, qua si svolge la sagra della cipolla bianca, un ortaggio che mangerei a quintali! E poi ci piaceva anche l’idea di trascorrere il ferragosto, per una volta nella vita, fuori dal solito caos delle località marine, in un paesino dell’entroterra siciliano in cui respirare aria fresca e sana.

Le Chiese più importanti di Giarratana

 

 

Arriviamo a Giarratana in 10 minuti, il paese è vicinissimo a Monterosso Almo. Visitiamo la Chiesa di San Bartolomeo, di stile tardo barocco siciliano e dedicata al santo patrono di Giarratana, San Bartolomeo appunto.
San Bartolomeo viene festeggiato a Giarratana dal 16 al 24 agosto. Il momento più atteso della festa è la “Sciuta”, ovvero l’uscita del simulacro dalla sua chiesa. È un momento magico ma confusionario: la folla si accalca davanti ai gradini della chiesa, i mortaretti scoppiano a festa mentre la statua di San Bartolomeo viene sollevata sempre più verso il cielo. Da non perdere!
Infine è la volta della Chiesa dell’Annunziata, la più antica di Giarratana, nella quale è custodita la pala dell’Annunziata del 1790, la pala della Anime Purganti, la statua di San Giuseppe (santo a cui gli abitanti di Giarratana sono particolarmente devoti) e la statua lignea di San Bartolomeo.

Scorpacciata senza freni alla sagra della cipolla bianca a Giarratana

 

 

Per le viuzze di Giarratana si respira un’aria di festa pazzesca, la gente freme per divertirsi e per MANGIARE! E anche noi ci lasciamo contagiare da questo clima così gioioso. Sentiamo da lontano i tamburi e ci avviciniamo a vedere; poi c’è la pesata della cipolla, ovvero la gara tra le aziende produttrici di cipolla per aggiudicarsi il trofeo per la “cipolla più grande” (ovvero quella più pesante). La cipolla di Giarratana è una variante particolare del classico ortaggio, ha una forma schiacciata, è bianca (a volte leggermente dorata) ed è INCREDIBILMENTE DOLCE.
La via principale del paese pullula di gente, turisti come noi e abitanti dei paesi limitrofi. Sinceramente non ci aspettavamo di vedere tanto interesse per una sagra di paese, ma qui l’evento è molto sentito. C’è un maxi stand in cui si cucinano le cipolle in 1000 modi, poi c’è il mercatino dell’artigianato e alla sera si canta e balla allegramente con dei gruppi che fanno musica live. Degustiamo dei piatti squisiti a base di cipolla (ovviamente): frittata di cipolle, cipolla arrosto, primi, secondi. SCOPPIOOOO!!!

Bianco su bianco: degustazione dolce di torrone bianco a Giarratana

L’ultima (SIGH!) degustazione del nostro viaggio in provincia di Ragusa la facciamo a Giarratana. Andiamo ad assaggiare il torrone bianco, prodotto tipico di queste parti.
La ricetta del torrone bianco di Giarratana risale al 1800. Si sa, il torrone è un dolce tutto sommato semplice, nel senso che non vi sono chissà quanti ingredienti, a parte le mandorle e lo zucchero, ma vi assicuro che questo di Giarratana è totalmente diverso dagli altri. Sarà forse che i giarratanesi, invece che dello zucchero, mettono il miele? Sarà, intanto io “ammucco”! P.S. C’è anche la variante al pistacchio, forse ancora più buona di quella classica.

Sicilia: è stato bello percorrere questo itinerario tra le tue terre più nascoste…La nostra vacanza in Sicilia è praticamente finita, l’entroterra ragusano è una terra che offre tanto ai turisti. Siamo molto soddisfatti nell’aver scelto questa zona per trascorrere il nostro ferragosto sull’isola.

Torniamo a Comiso, i bimbi si addormentano in macchina, stanchi ma felici. Da domani si torna alla vecchia routine nella grigia Padania, ma la Sicilia non la dimentichi, la porti per sempre nel cuore.