Montalbano Elicona: una passeggiata medievale in uno dei borghi più belli d’Italia




Breve itinerario alla scoperta di Montalbano Elicona, paesino della provincia di Messina e Borgo dei Borghi 2015, con una tappa speciale ai Megaliti dell’Argimusco, tra bellezza e mistero. E una chicca per gli amanti di enogastronomia e degustazioni: la sagra della provola di Basicò, imperdibile per gli appassionati di formaggi veraci siciliani.

Ammettilo dai, non avevi mai sentito parlare del paese siciliano di Montalbano Elicona fino a quando, qualche mese fa, è stato eletto Borgo dei Borghi 2015 grazie al sondaggio proposto dalla trasmissione televisiva Alle falde del Kilimangiaro. E scommetto che quando l’hai sentito nominare per la prima volta hai pensato che fosse il paese in cui è nato il commissario Montalbano (e invece non c’entra niente). E noi cosa abbiamo fatto? Siamo andati a perlustrare la zona per proporti un itinerario nei luoghi intorno a questo paese così suggestivo. Partiamo!

GIORNO 1

Montalbano Elicona, il Medioevo in Sicilia esiste ancora

 

 

Accidenti, che salita! Montalbano Elicona è un comune della provincia di Messina posto a 907 metri sul livello del mare, a pochi chilometri dal parco dei Nebrodi; quindi non lasciatevi intimorire dal percorso perché è un vero e proprio paese di montagna siciliano.
Le origini di Montalbano Elicona risalgono al XI secolo. Quanto alla particolare etimologia del nome, vi sono diverse interpretazioni. Alcuni  studiosi propendono per la radice latina del nome, ovvero “mons albus”, che vuol dire “monte innevato”; altri pensano, invece, che il nome derivi dall’arabo “al bana”, che vuol dire “luogo eccellente”. La seconda parte del nome, Elicona, è sicuramente ricollegabile alla dominazione greca in Sicilia.
Più ci avviciniamo alla meta e più sentiamo l’aria frizzante e pulita di montagna entrare nei polmoni. Visto da lontano, lo scenario è magnifico: il Castello domina la scena, piantato in maniera imponente sulla parte più alta del paese.

Il castello di Montalbano Elicona, uno dei meglio conservati di tutta la provincia di Messina

 

 

Arriviamo in vetta e parcheggiamo proprio a due passi dal castello di Montalbano Elicona. Che il nostro tour tra le bellezze della provincia di Messina abbia inizio!
Il castello di Federico II fu fatto costruire nel XII secolo e modificato tra il XIII e il XIV secolo. Quanto all’assonometria, si distinguono due nuclei: quello normanno, composto da un rettangolo protetto da due torri merlate, detto anche mastio, e quello aragonese, delimitato da un recinto all’interno del quale si distingue un primo ordine composto da una serie di grandi feritoie alte più di 2 metri e larghe 7/8 cm in pietra d’intaglio e un secondo ordine formato da 18 finestre e 2 portali.
Paghiamo il biglietto e ci incamminiamo. La prima area che incrociamo è la corte grande, una sorta di chiostro interno. Ci accorgiamo subito che il Castello è in ottime condizioni, forse uno dei migliori in Sicilia. Visitiamo la cappella palatina e le varie sale adibite a museo che contengono armi da guerra e strumenti musicali medievali.
Ma la parte più bella della visita al Castello è la vista da quassù: scenario STUPENDO! Oltre al paese, si riescono a vedere i Nebrodi, i Peloritani e l’altopiano dell’Argimusco (che andremo a visitare nel pomeriggio).

A spasso tra i vicoli medievali incantati di Montalbano Elicona

 

 

Ma il tempo corre… e abbiamo ancora un sacco di cose da fare! Ci muoviamo per le viuzze del borgo per andare a visitare il duomo di Montalbano Elicona, la Basilica minore di Maria S.S. Assunta e San Nicolò Vescovo.
La Basilica minore di Maria S.S. Assunta e San Nicolò Vescovo, poco distante dal Castello e situata in piazza Duomo, fu fatta costruire nel 1646. Il culto della Vergine Maria è diffuso in molti paesi siciliani, mentre il culto di San Nicola fu introdotto dai Basiliani di rito greco in epoca greco-bizantina.
L’impianto basilicale è a croce latina e prevede tre navate: quella centrale è arricchita da medaglioni in stucco raffiguranti vari personaggi biblici e da un’iscrizione marmorea che riproduce la Bolla Pontificia di Papa Giovanni Paolo II con la quale decretò l’elevazione a Basilica minore; in quella destra (lato sud) sono presenti tele dipinte da autori della scuola siciliana; in quella sinistra (lato nord) sono presenti altari con sopraelevazioni costituite da nicchie a vetri con statue di Santi. All’interno della chiesa è presente anche una cappella dedicata a San Nicola.

Ricette tipiche di Sicilia: il tortone di Montalbano Elicona

CHE STANCHEZZA!!! Terminato il giro delle viuzze più belle di Montalbano Elicona, adesso ci vuole una pausa cibo moooolto lunga, preferibilmente a base di prodotti tipici di questo angolo di Sicilia.
La specialità di Montalbano Elicona che abbiamo modo di gustare è il tortone (pane fritto o frittelle di pane, che dir si voglia) piatto tipico di Montalbano Elicona, al quale è dedicata anche una sagra che si svolge ogni anno ad agosto e alla quale, ci raccontano, partecipa un sacco di gente!

Lasciare il borgo medievale siciliano con il dolce in bocca

Non so voi, ma quando viaggio per borghi e luoghi di Sicilia il mio pranzo non si conclude mai senza il dolce. E perciò mi metto a cercare dettagliatamente qualche dritta tra gli abitanti di Montalbano Elicona. Incontro lo zio Lillo, un simpaticissimo signore che la sa lunga sull’enogastronomia siciliana… basta guardare la sua PANZA!
Tra entusiasmo e orgoglio per la nomina di Montalbano Elicona come Borgo dei Borghi, finalmente mi svela quali sono i dolci migliori della zona, ovvero i pasticcini alla nocciola. E allora via, a cercarli disperatamente per assaggiarli. Sapete, aveva ragione lo zio Lillo, sono veramente fenomenali!
Lasciamo Montalbano Elicona subito dopo pranzo. L’unico appunto da fare è quello che andrebbe migliorata la qualità dei servizi offerti dal paese perché vale la pena inserirlo tra le tappe più suggestive degli itinerari turistici in Sicilia.

I misteri delle grandi rocce dell’Argimusco, altopiano a due passi da Montalbano Elicona

 

 

Forza picciotti, seconda tappa (stavolta tutta trekking e natura) del tour intorno a Montalbano Elicona, uno tra i borghi più belli d’Italia. Direzione: Altopiano dell’Argimusco. Caminamu!
L’Altopiano dell’Argimusco si trova in provincia di Messina, a pochi chilometri da Montalbano Elicona, Tripi e Roccella Valdelmone. Si pensa che in epoca Megalitica possa esservi stato un insediamento umano, testimoniato, secondo alcuni studiosi, dalle grandi rocce di arenaria o granito poste su una delle parti più alte dell’Altopiano. Tali rocce svolgevano un ruolo di primaria importanza tra le comunità, in quanto contribuivano a determinare i solstizi e gli equinozi a seconda del modo in cui i raggi del sole le colpivano. Secondo altri studiosi, invece, la formazione di tali rocce è ascrivibile ai fenomeni naturali di erosione eolica. Di particolare interesse risulta anche la forma delle strutture rocciose (una detta “la grande aquila”, una “il grande teschio” con inciso il simbolo del sole), soprattutto quelle che riproducono la “virilità” e la “femminilità” e intorno alle quali sono nate le più disparate leggende.
Ah, una volta giunti fin qui, mi raccomando: SBIZZARRITEVI CON LE FOTO DA PUBBLICARE SUI SOCIAL! Instagram, TIK TOK, facebook e chi più ne ha più ne metta. Tutti devono sapere che siete in uno dei luoghi siciliani più cooool, nonché uno dei posti più importanti dell’archeoastronomia mondiale, MICA MUDDICHI! Social aggiornati, ci muoviamo per una passeggiata digestiva fra le rocce dell’Altopiano siciliano. Sono veramente molto suggestive, più le osservo e più non faccio altro che pensare ai segreti millenari che custodiscono.
Uno di questi è la “donna Orante” o “dea Neolitica”. In uno dei monoliti è scolpita una sagoma che, osservata attentamente, presenta le sembianze di una donna in preghiera. Il volto della sagoma è rivolto in direzione est, nella stessa direzione del solstizio d’estate. La leggenda vuole che la donna sia stata identificata in Marta d’Elicona. Si racconta che la pudica ragazza, per sfuggire alle avances di un demone dei boschi, accettò di trasformarsi in pietra, così come Dafne, inseguita da Apollo, si trasformò in un albero di alloro pur di non cadere nelle braccia del dio.
Purtroppo la nostra visita dura poco perché il cielo si incupisce e ai miei amici non piace rimanere per tanto tempo in un posto così fuori mano. Tutti in macchina, la super provola ci aspetta!

Basicò, la migliore enogastronomia dei Nebrodi passa anche da qui

Poteva mancare il buon cibo in un itinerario turistico ed enogastronomico in Sicilia?! ASSOLUTAMENTE NO! Concludiamo la breve vacanza in provincia di Messina con una tappa prettamente enogastronomica. ARRIVANO LE BOCCHE DA SFAMARE!!! Entriamo a Basicò che sono quasi le 8 di sera, non vi dico con quanta fame!
Chiamato Casalnuovo fino al 1862, anche Basicò è un paese della provincia di Messina. L'origine del nome si riferisce al monastero di Santa Chiara di Basicò (parola di origine greca che vuol dire “profondo”). Centro agricolo dei Nebrodi settentrionali, si trova a 520 metri sul livello del mare circondato da monti, di noccioleti, castagneti e querceti. Basicò fu un casale appartenente a Milazzo fino a quando, Federico II d'Aragona, nel 1310, vi fece costruire il monastero di Santa Chiara.

I tesori nascosti di Basicò: il Mamertino e la provola basicotana

 

 

Si respira una calda aria festa qui in paese, altro che freddo di montagna! Il folk siciliano riempie le viuzze di suoni e colori, per non parlare dei profumi! Formaggi, salumi, vino (mi raccomando, assaggiate il MAMERTINO) e pane, un incrocio di odori PARADISIACI!!! E tutto rigorosamente fresco e di stagione. Quanto alla provola picciotti… si dice che sia il caciocavallo più antico della Sicilia. E io aggiungo che si scioglie in bocca. Secondo voi com’è??? La stagionatura di questo formaggio è particolarissima, un incrocio PAZZESCO tra il dolce e l’aspro: viene inserito un limone all’interno della forma per far sì che esso rilasci il suo aroma nel tempo. NON RIESCO A DESCRIVERVI COS’È!!!
Tra fuochi d’artificio, balli e cibo si conclude la sagra della provola basicotana. Non contenti di tutte le meraviglie culinarie ingerite durante la giornata, riusciamo perfino a mangiare una pizza gigante a testa (lo so, siamo degli ingordi, ma il cibo siciliano è troooooppo buono) !
Adesso sì che rotoliamo!!! Facciamo una breve passeggiata per smaltire un po’ e respirare ancora l’aria di questo splendido borgo nel cuore verde della Sicilia. Trascorrere del tempo in queste zone è un piacere che andrebbe ripetuto almeno una volta al mese. Con le gambe stanche e le pance felici ci rimettiamo in macchina per il ritorno.
A presto, borgo dei borghi!