Mare, barocco e meraviglie rupestri: tour in provincia di Siracusa




Fermi tutti, chi ha detto che si va in vacanza in Val di Noto solo per vedere il Barocco, che Avola è conosciuta solo per il vino nero e che Palazzolo Acreide è un paesino sperduto che non ha niente da offrire ai turisti in viaggio in Sicilia? Venite con me, vi mostro come sfruttare al meglio la vostra permanenza nella provincia di Siracusa. Non mi spaventa né il breve tempo, né il budget: riuscirò a farvi assaporare al meglio il vostro tour in questo splendido angolo del siracusano. Partiamo!

GIORNO 1

Avola, paese siciliano tra la terra e il mare, patria del robusto vino nero siracusano

 

 

Il mio weekend in provincia di Siracusa parte da Avola, città di 32.000 abitanti, in quella parte della Sicilia sudorientale ormai famosa in tutto il mondo grazie al Val di Noto (anche se Avola non ne fa parte, ma si trova proprio a due passi e ne risente l’influsso artistico-culturale). La pianta dell’attuale città è particolarissima, riproduce la forma di un esagono. Parlo dell’attuale città perché l’antica Avola fu distrutta dal terribile terremoto che nel 1693 distrusse numerose città tra le province di Siracusa, Ragusa e Catania, le stesse città che avrebbero poi costituito la val di Noto, ricostruendo nuovi paesi secondo lo stile unico del tardo Barocco siciliano.
Raggiungiamo facilmente Avola dalla A18 Siracusa-Gela, sistemiamo i bagagli nel b&b che abbiamo prenotato e usciamo per la nostra prima avventura siracusana.

Cavagrande del Cassibile, un tuffo nel grand canyon siciliano

 

 

Amanti dei paesaggi naturalistici siciliani, la Riserva Naturale Orientata Cavagrande del Cassibile è una tappa imperdibile se vi trovate in vacanza nel siracusano e dintorni. La riserva, istituita nel 1984, si raggiunge facilmente da Avola. Si tratta di un canyon lungo dieci chilometri che attraversa la pianura iblea dalla costa all’entroterra all’interno del quale scorre il fiume Cassibile che forma dei piccoli laghetti (i famosi laghi di Avola) incastonati all’interno di cave formatesi nella roccia calcarea regalando uno spettacolo unico al mondo.
È un vero peccato che attualmente i laghetti non si possano raggiungere, in seguito all’incendio che nel 2014 ha distrutto ettari di verde e reso i sentieri impercorribili. L’unico sentiero che, al momento, è possibile percorrere è quello di Prisa – Carrubbella, che porta fino al fiume e ad altri piccoli laghetti che non hanno nulla da invidiare a quelli più conosciuti. Ah, il percorso è sconsigliato a individui con problemi d'asma, respiratori, cardiaci, d'allergia e donne in gravidanza, quindi ACCURA PICCIOTTI! Percorrendo questo sentiero potrete ammirare folta vegetazione (lecci, salici, roverelle, biancospini, peri selvatici, oleandri, platani orientali) e, se al bivio che vi troverete davanti deciderete di proseguire a sinistra, vedrete le libellule colorate e arriverete al laghetti, tra cui l’Uruvu tunnu (laghetto rotondo) in cui potete fare un bagno rinfrescante. Dopo questa bella pausa rigenerante, torniamo indietro al bivio e stavolta andiamo a destra per raggiungere l’uscita dal canyon. Mizzica picciotti, Cavagrande del Cassibile è un posto superlativo!
Ma Cavagrande del Cassibile non è solo natura: lungo le alte pareti rocciose sono state ritrovate migliaia di tombe preistoriche a grotticella. Si tratta della necropoli del Cassibile, la più grande della Sicilia dopo Pantalica. All’interno della riserva vi sono anche i resti di un villaggio bizantino all’interno dei ddieri (che in arabo vuol dire “casa”), in cui sono stati individuati 140 ambienti.
C’è infine la “grotta dei briganti”, un sito rupestre probabilmente abitato durante l’epoca araba e bizantina, vista anche la comodità dell’acqua (si trova vicino al fiume Cassibile). E grazie alla presenza dell’acqua nelle vicinanze, la grotta fu usata dagli arabi come conceria per la lavorazione delle pelli.

Avola antica, storia di una terribile distruzione di massa

Sulla strada di ritorno per Avola, la SP4 si snoda dalle parti di Avola antica, dove sorgeva il paese che fu distrutto dal terremoto del 1693. I ritrovamenti archeologici fanno pensare che vi fosse un castello intorno al quale erano disposte le abitazioni e le numerose chiese. Il paesaggio è quello tipico dei monti Iblei: distese di monti adagiati all’orizzonte sui quali si intravedono, qua e là, i resti di una storia che non esiste più. Avola antica era una grande città, piena di chiese e la cui attività principale era l’agricoltura. Ma la natura ha voluto cancellarne ogni traccia, costringendo gli abitanti a costruire la nuova città a un po’ di chilometri da qui. Sempre lungo la SP4, sono state ritrovate grotte e cisterne appartenenti all’antica Avola.

Avola fa rima con tavola: tutti a scuola di cucina tipica siciliana!

Picciotti, qua ad Avola non si scherza con la cucina: il meglio della tradizione enogastronomica siciliana passa proprio da qui. È per questo che ho prenotato una lezione di cucina. Come vi dicevo, la tradizione culinaria di Avola è una cosa seria. Qui è tutto magnifico, dagli antipasti ai dolci. Vi segnalo, però, alcune delizie che non potete farvi mancare se passate da queste parti:

1. Avola vuol dire soprattutto mandorla pizzuta, una delle tre varietà molto pregiate nate in questa zona e tutelate da un consorzio. La mandorla pizzuta ha il guscio duro e liscio e la sua forma è appuntita. Il seme è di color rosso cuoio e viene usata per preparare e/o decorare dolci pregiati, dalla classica granita ai confetti, passando per i biscotti e dolci. I più creativi la utilizzano anche per condire primi e secondi piatti.

2. Il vino di Avola, conosciuto in tutto il mondo. È ricavato da un vitigno di uve rosse importate dai greci nell’epoca della loro colonizzazione. È un vino forte e robusto, dal sapore deciso e viene esportato in tutto il mondo. Soprattutto nella Sicilia orientale, questa varietà presenta una speziatura forte a base di frutta secca, cioccolato, cuoio e tabacco.

3. Il pesce fresco. Avola è terra e mare, dunque anche pesce. Non è difficile trovare pesce fresco da queste parti, soprattutto pesce spada (al quale è dedicata una sagra), tonno e pesce azzurro. Una specialità su tutte? La tonnina alla siciliana, piatto a base di tonno, capperi, pomodoro e cipolla. Da leccarsi i baffi!

E se, in vacanza ad Avola, volessi andare al mare?

Ad Avola non manca davvero nulla, in pochi minuti puoi passare dall’entroterra alla costa ionica regalandoti spiagge pulite, acqua limpida, relax e divertimento. Ve ne consiglio due in particolare:
- Spiaggia di ferro di cavallo, sabbia bianca e mare cristallino, dove tra l’altro si trovano i resti dell’antica tonnara;
- Spiaggia Gallina, sabbia dorata (ma sempre chiara), mare ultra pulito e che ben si presta allo snorkeling. Molto vicina alla foce del fiume Cassibile.

La tonnara di Avola, storie di una Sicilia dimenticata

 

 

La tonnara di Avola è un esempio di archeologia industriale, un importante centro della vita del paese ormai dimenticato. Pensate che la nascita della borgata marina di Avola è datata 1600, ma la tonnara fu costruita nei primi decenni del secolo scorso. Dentro la tonnara, poi, non veniva lavorato solo il tonno, ma anche gli agrumi e il frumento. Non solo: all’interno della tonnara, come testimoniano i resti, c’erano anche gli alloggi per i pescatori, la casa del proprietario e il ricovero delle barche.
Vi consiglio di non addentrarvi fra i resti della tonnara, ma di fotografarla dall’esterno e, se sarete fortunati come me, potrete ascoltare delle antiche storie e leggende raccontate proprio da chi ha vissuto pienamente gli anni di attività della tonnara, come gli anziani pescatori del luogo.

Alla scoperta delle bellezze artistiche di Avola

 

 

Eccoci in giro per le vie del centro di Avola:cosa visitare? vi sono alcune tappe immancabili, da legare l’una con l’altra per meglio comprendere l’anima tardo barocca di questo paese.
Nei pressi di tre lati di piazza Umberto I, la più importante della città, si trovano tre delle più importanti chiese di Avola: la Chiesa Madre, la Chiesa di Santa Venera e la Chiesa di Sant’Antonio Abate.

La Chiesa Madre, dedicata prima a San Nicolò e poi a San Sebastiano, fu costruita dopo il 1693. Vi sono dei preziosi stucchi rococò custoditi all’interno della cappella del SS. Sacramento, un organo del ‘700, delle statue risalenti al ‘500 e un crocifisso ligneo del ‘600 attribuito a scuola di frate Umile da Petraia.
Indirizzo: Vicolo Buonarroti 4
Orari di apertura: 9.00-12.00 / 16.30-20.00

La Chiesa di Sant’Antonio Abate, portata a termine nel 1706 circa, è a unica navata. Contiene una preziosa tela di Sant’Antonio Abate del XVIII secolo attribuita a G. B. Cristodoro.
Indirizzo: Piazza Regina Elena
Orari di apertura: 8.30-11.30 / 17.30-20.30 (Chiusa il lunedì)

La Chiesa di Santa Venera è splendida da visitare soprattutto al tramonto, quando il caldo sole siciliano illumina la sua facciata facendola sembrare quasi arancione. Fu costruita intorno alla prima metà del ‘700; è una chiesa a tre navate all’interno della quale vi sono due cappelle: di Santa Venera e del SS. Sacramento. Santa Venera è anche la patrona della città di Avola.
Indirizzo: Piazza Teatro 6

Alla sinistra della chiesa di santa Venera trovate il Teatro Garibaldi, finito di costruire nel 1875. È un teatro di forma rettangolare a tre piani. Lo stile è neoclassico, ma la facciata è neorinascimentale.
Indirizzo: Piazza Teatro
Orari di apertura: 10.00-12.00 / 16.00-18.00

Sicilia da gustare, l’intelligente connubio tra i prodotti forti di Avola: il vino che sa di mandorla

Tempo di degustazioni ad Avola: avete mai sentito parlare del “mandolinero”? Si tratta del più famoso nero d’Avola aromatizzato alla mandorla, una goduria per i palati più ricercati. Qui dicono che è un vino prevalentemente da dessert, ma io non sono d’accordo e lo bevo in un felice apericena a base di prodotti tipici, uno fra tutti il classico pane cunsato, che in Sicilia non manca mai.

GIORNO 2

Noto, capitale del barocco siciliano: il patrimonio UNESCO che il mondo ci invidia

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Visitare la provincia di Siracusa e in particolare questa straordinaria parte della Sicilia orientale in tre giorni o poco più è una bella impresa, ma a me piacciono le sfide: lasciata Avola, faccio strada per Noto e so già che avrò l’imbarazzo della scelta su cosa vedere, fare e soprattutto MANGIARE!!!
Ok, forza e coraggio! Ci metto pochissimo per arrivare (Noto e Avola distano pochissimo), sistemo le mie cose in albergo e via, direzione Vendicari!

Riserva Naturale di Vendicari, tre itinerari per viverla fino in fondo

 

 

Ah Sicilia bedda, non finisti mai di stupirmi! Vendicari è un’oasi nel deserto: il mare, la tonnara, la torre, uno dei pochi angoli dove puoi ancora respirare natura allo stato puro e incontaminato. Birdwatching, snorkeling, escursionismo o semplice relax tra acque limpide e cristalline: Vendicari è un ottimo compromesso per gruppi di amici o famiglie molto eterogenei. Vi basta solo decidere cosa fare e godervi appieno il tempo trascorso all’interno della riserva. Se non volete perdere tempo a girovagare senza meta, vi consiglio di scegliere uno dei tre percorsi (o se avete abbastanza tempo potete farli tutti e tre).

1. Relax sulle spiagge di Vendicari: Eloro – Marianelli – Calamosche (percorso consigliato agli amanti dello snorkeling)
Partenza: ci troviamo nella zona nord della riserva, precisamente dove si trovano i resti dell’antica città di Eloro (che vi straconsiglio di vedere), un’antica città siracusana fondata dai greci. Qui potete ammirare i segni di ciò che fu Eloro, a cominciare dalle latomie (cave di pietra) del V secolo a.C., dalle quali veniva estratta la pietra per costruire i monumenti. È ancora possibile ammirare un tratto dell’antica strada elorina che collegava Eloro a Siracusa. Da qui potete spostarvi facilmente alla spiaggia di Eloro, che si trova al confine della riserva (molto vicina al lido di Noto). È una spiaggia di sabbia giallina intervallata da distese di verde e piccoli pantani che la rendono veramente particolare.

Tappa 2: dalla spiaggia di Eloro ci spostiamo a quella di Marianelli. Vi si può giungere sia via mare che tramite un sentiero, attraversando la foce del fiume Tellaro. La spiaggia di Marianelli è tranquilla e isolata, perfetta per gli amanti del relax.
Arrivo: fatto il bagno a Marianelli, risalite verso la terraferma e percorrete il sentiero che vi porterà fino a Calamosche, il must delle spiagge della Sicilia sudorientale. È una spiaggia incastonata tra due piccoli promontori rocciosi, una sorta di piscina collegata al mare aperto tramite un lato. Calamosche è una delle spiagge più belle d’Italia, consigliata soprattutto a chi pratica snorkeling. Se vi avvicinate ai due costoni potete ammirare decine di specie marine.

2. Lungo la strada dei tonni: Tonnara – Torre Sveva – spiaggia di Vendicari – Calamosche (percorso consigliato agli amanti di birdwatching e snorkeling)
Partenza: per percorrere questo itinerario dovete entrare nella riserva di Vendicari dall’entrata principale e percorrere la passerella in legno che vi porta alla spiaggia di Vendicari, incantevole lido con la tonnara e la torre sveva sullo sfondo.
Tappa 2: eccoci ai resti della tonnara e alla torre sveva, un luogo fuori dal tempo. Fotografi professionisti o amatoriali, qui potete sbizzarrirvi con foto all’alba e al tramonto, o nei periodi delle migrazioni. I risultati saranno impagabili!
Tappa 3: lasciate alle spalle la tonnara e la torre sveva, proseguite verso il tratto roccioso della riserva, consigliato soprattutto agli amanti dello snorkeling. C’è anche una caletta nelle vicinanze nella quale potete fare il bagno.
Tappa 4: continuando il sentiero, giungerete a un capanno. Approfittatene per riposarvi!
Arrivo: eccoci arrivati a Calamosche, finalmente! Abbandonate i vostri averi sulla sabbia e correte a tuffarvi, il sole ha picchiato duro ma ne è valsa la pena!

3. Sulle tracce della storia Partenza: per seguire questo itinerario, dovete accedere alla parte sud della riserva tramite l’ingresso vicino alla spiaggia di San Lorenzo: cittadella Maccari, la prima tappa dell’itinerario. Maccari è un villaggio bizantino del VI secolo d.C., terra già usata da greci e fenici. A Maccari vi sono: una catacomba sotterranea, una tomba biposto, i resti di antiche basiliche paleocristiane, una chiesetta africana, case e ipogei sotterranei.
Tappa 2: proseguendo incontrerete la Trigona, una cuba bizantina a pianta quadrata con un’apertura sulla cupola rivolta verso oriente. Ammirata la Trigona, tornate indietro e andate verso la costa.
Arrivo: eccoci alla tonnara di Vendicari. Il percorso è finito, ma le emozioni no. Rilassatevi e godetevi le meraviglie della Sicilia!

Pranzo bio in agriturismo a Noto: voglio mangiare ogni giorno i piatti della cucina tipica siciliana!!!

Aaahh e ora pensiamo a trattare bene la panza con i piatti forti della cucina di Noto e siciliana, in fondo il senso del mio itinerario è soprattutto questo, lo ammetto! Scusate, ma pensavate davvero che dopo una camminata del genere a Vendicari io me ne sarei uscito con una triste insalata?! Ovvio che no, anzi, voglio assaggiare tutto quello che mi portano a tavola!!!
Ecco cosa ho mangiato: dopo un abbondante antipasto a base di salumi e formaggi biologici, tra cui cito il superbo cosacavaddu ragusano, sono passato ai ravioli di ricotta al sugo di maiale, piatto immancabile nella zona iblea e siracusana. Passiamo al secondo, dell’ottimo coniglio alla stimpirata… che vi dico a fare, pare di avere la Sicilia in bocca, con quell’agrodolce dato dai pomodori, dalla cipolla e da tutto il resto. Il tutto ovviamente accompagnato da dell’ottimo Eloro D.O.C. biologico.Poi frutta di stagione e come dessert una squisita granita al limone; ricordatevi che i limoni e le arance rosse sono il massimo da queste parti, non fateveli mancare. Ecco, ora sì che rotolo!

Villa romana del Tellaro, una perla tra le campagne di Noto scoperta per caso

 

 

Vacanza a Noto: dopo aver visitato Vendicari, non si può certo farsi mancare la Villa Romana del Tellaro, anche perché si trova a due passi dall’ingresso principale della Riserva. Per cui, terminato il pranzo e con poca voglia di fare attività troppo impegnative, mi dirigo verso la villa. Mizzica picciotti, sono sbalordito! I pavimenti di tre sale della villa sono favolosi, migliaia di tessere in pietra calcarea, raffiguranti scene di danza e di caccia. Notevoli sono anche i mosaici, che riproducono disegni geometrici.
Ah, la villa romana del Tellaro fu scoperta solo nel 1971 per puro caso. All’interno di una stalla era apparsa una piccola porzione di un mosaico colorato. A poco a poco si capì che sotto quell’edificio (era una fattoria del Settecento) giacevano i resti di una villa di epoca romana di proprietà dei latifondisti. Un vero e proprio colpo di fortuna!

Tour di Noto al tramonto, uno spettacolo a cielo aperto

 

 

Terminata anche la visita della Villa Romana del Tellaro, torno a Noto per riposare un po’ in hotel e poi muovermi fra le vie del centro. Sono proprio curioso di sapere se è veramente così bella come tutti dicono. Seguo un itinerario standard indicato dalla mia guida che mi accompagna durante la visita:

1. Vi consiglio assolutamente di partire da Porta Reale e di percorrere Corso Vittorio Emanuele. Il resto verrà da sé. Scoprire le chiese di Noto in maniera sarà una sorpresa indimenticabile, soprattutto se, come me, decidete di esplorarle al tramonto.

2. Ecco la prima chiesa che becco quasi subito alla mia destra: la Chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata, edificio della prima metà del ‘700, posta in cima a una scalinata. È una delle chiese più grandi di Noto, accanto a essa sorge il Monastero Benedettino del SS. Salvatore;
Orari di apertura: 9.00-13.00 / 15.00-20.00
Ticket: ingresso gratuito

3. A pochi passi troviamo la Chiesa di Santa Chiara, edificata nel 1758. A prima vista, mi sembra una delle chiese meno “barocche” di Noto e la guida mi dà ragione: è all’interno che emergono maggiormente gli elementi del barocco, soprattutto nelle 12 colonne sopra delle quali vi sono i 12 apostoli, negli stucchi e nei putti.
Orari di apertura: 10.00-13.00 / 14.30-16.00
Ticket: € 2; € 4 se cumulativo con Palazzo Ducezio e Teatro Vittorio Emanuele

4. Terminata la visita della chiesa di Santa Chiara, proseguiamo su corso Vittorio Emanuele. D’un tratto quello che vedo mi rapisce completamente: alla mia destra la magnifica Cattedrale di San Nicolò illuminata dai raggi del sole del tramonto, alla mia sinistra Palazzo Ducezio. La cattedrale è bella da mancare il fiato, posta in cima a un’imponente scalinata, la facciata è quasi arancione, grazie appunto alle luci del tramonto. Ok, entriamo.
L’interno della cattedrale è un’opera d’arte che non smette mai di stupirti, dalle tele alla magnifica cupola (questa è un’opera d’arte moderna del russo Oleg Supereco: risale al 2011 e raffigura la Pentecoste). All’interno della chiesa sono custodite anche opere provenienti da Noto Antica (che visiteremo domani).
Ultimo, ma non meno importante elemento: all’interno della cattedrale di Noto sono custodite le spoglie mortali di San Corrado Confalonieri, anche queste provenienti da Noto Antica, patrono della città di Noto.
Orari di apertura: 9.00-13.00 / 15.00-20.00
Ticket: ingresso gratuito

5. Palazzo Ducezio è la sede del Comune di Noto ed è dedicato appunto a Ducezio, fondatore della città. Il palazzo fu terminato nel 1830. Pago il biglietto ed entro per visitare soprattutto la sala degli specchi (che tra l’altro è l’unica sala visitabile), una stanza di forma ovale arredata in stile Luigi XV e che, come dice il nome stesso, contiene degli specchi costruiti secondo il classico effetto del trompe-l’œil.
Orari di apertura: 10.00-13.00 / 14.30-16.00
Ticket: € 2; € 4 se cumulativo con Monastero di Santa Chiara e Museo civico e Teatro Vittorio Emanuele

6. Lasciamo palazzo Ducezio e poco più avanti, alla mia destra, intravedo un bel palazzo nobiliare sempre barocco. È Palazzo Nicolaci di Villadorata, residenza dell’omonima famiglia. Non dimenticatevi di ammirare i bellissimi balconi sui quali sono raffigurate sirene, cavalli, sfingi e tanto altro. Visitatelo, vi sembrerà di ritrovarvi di colpo nell’epoca del pieno splendore del barocco siciliano.
Orari di apertura: estivo tutti i giorni 10.00-20.00; invernale 10.00-13.00 / 15.00-17.00
Ticket: € 4

7. Di fronte palazzo Nicolaci è ubicata la Chiesa di San Carlo Borromeo, ex sede dei gesuiti di Noto. Fu edificata tra il 1736 e il 1746. La particolarità maggiore di questa chiesa è rappresentata dall’altare maggiore e dalla campana, entrambi provenienti dalla chiesa dei Gesuiti di Noto Antica.
Orari di apertura: 8.00-19.00
Ticket: ingresso gratuito

8. Continuando sempre su corso Vittorio Emanuele, incontriamo la Chiesa di San Domenico, altro monumento religioso importante di Noto. Altro brillante esempio del barocco siciliano (ma che ve lo dico a fare), la chiesa fu edificata nella prima metà del ‘700. La sua particolarità è la facciata convessa, cioè sporgente verso l’esterno.
Orari di apertura: 
Ticket: ingresso gratuito

9. Di fronte la chiesa di San Domenico riposa fiero il Teatro Vittorio Emanuele, costruito alla fine dell’800 grazie al contributo economico dei cittadini di Noto, soprattutto dei marchesi di Castelluccio. Al suo interno potete ammirare l’emblema del teatro, la superba statua dell’allegoria della musica e i due trofei musicali al centro del vestibolo. Il teatro è piuttosto piccolo, ma nel complesso vale la pena visitarlo.
Orari di apertura: 10.00-13.00 / 14.30-16.00
Ticket: € 2; € 4 se cumulativo con Chiesa, Monastero di Santa Chiara e Museo Civico e Palazzo Ducezio.

Enogastronomia siciliana, degustare i vini della strada del Val di Noto e prendere a morsi la faccia della povera Santa Chiara

Ora sì che sono stanco, visitare in così poco tempo il centro di Noto cercando di non perdersi nulla mi ha fatto venire fame e sete. Devo cercare un luogo in cui rifocillarmi e riacquistare le calorie spese… U TRUVAI! Comincio col riempire un po’ la pancia, non mi va di ubriacarmi a stomaco vuoto…Tra i vari dolci spettacolari che assaggio vi segnalo i “cassateddi ca ricotta”, dei piccoli cestini ripieni di ricotta fresca, e i “facciuni di Santa Chiara”, un dolce che trovate anche ad Avola. Si tratta di una pasta di mandorle rotonda condita con della glassa colorata. Non è che sopra questi deliziosi dolci ci trovate la faccia di Santa Chiara… si chiamano così semplicemente perché venivano prodotti nei monasteri dell’ordine di Santa Chiara nel siracusano.
Anche a Noto la mandorla ha una produzione non indifferente, soprattutto la varietà della “Romana”, meno affusolata della pizzuta di Avola, ma molto utilizzata nella pasticceria. Accompagno questa scorpacciata ipercalorica con cinque assaggi di vino: il Moscato di Siracusa, il DOC Siracusa, il Moscato di Noto, il DOC Noto e il DOC Eloro, uno più buono dell’altro. Ecco, adesso sì che esco dal bar un po’ brillo…

Il museo del presepe, una piccola rivelazione tra le stradine di Noto

Torno a passeggiare, stavolta addentrandomi tra i vicoli di Noto. Respiro la felice aria di festa che non abbandona il paese nemmeno al calare della sera, sento l’odore dei pomodori lasciati seccare al sole, il vocio della gente e il rumore dei sandali dei turisti che, come me, si affrettano a visitare i monumenti prima della chiusura serale. Giungo per caso in vico Carrozziere e noto un’insegna: “Museo del presepe – Le mille e una grotta”. Mi piacciono i presepi, ogni anno nel periodo di Natale mi diletto a costruire sempre qualcosa di nuovo. Decido di entrare: è un museo piccolo ma quello che trovo all’interno mi sorprende piacevolmente. Sono circa 130 i presepi contenuti all’interno del museo, costruiti con ogni sorta di materiale possibile e immaginabile: tele, stoffe, carta, sughero, cartapesta, spago, latta ricostruiscono le classiche scene delle attività quotidiane della vita rurale, fino alla grotta di Gesù Bambino. Una visita veramente interessante.

Salsiccia di tonno? Ma non esisteva solo quella di maiale?

 

 

Torno a rinfrescarmi al b&b e mi butto una mezz’oretta sul letto, la visita del centro di Noto è stata soddisfacente ma anche un po’ stancante. Esco per la cena e scelgo un ristorante in cui mangiare buon pesce a prezzi modici. Tra i vari piatti che mi propongono, tutti rigorosamente a base di pesce fresco locale, ce n’è uno che mi colpisce in particolare: a sasizza di tonno du zì Nicola (la salsiccia di tonno dello zio Nicola), una delle eccellenze della cucina di Noto. E che sarà mai, direte voi… al posto di riempire il budello con carne di maiale hanno messo il tonno. Non proprio, perché oltre al tonno vengono inseriti all’interno del budello altri ingredienti, come la mollica di pane, il caciocavallo, i chiodi di garofano e altri aromi che non sto qui a elencarvi. La salsiccia viene poi cucinata al sugo è il risultato è una vera goduria per le papille gustative!

GIORNO 3

Avventura e mistero tra le necropoli e le chiese rupestri di Noto

Terzo giorno di vacanza nella Sicilia sudorientale, lascio il b&b di Noto e imbocco la strada che mi porterà a Palazzolo Acreide, ultima tappa di questo mio fantastico tour di tre giorni. Ma prima di raggiungere Palazzolo Acreide ho un po’ di fermate da fare.
Mi hanno spiegato che la zona appena fuori Noto è ricca di storia e archeologia; perciò, appassionati di arte antica, aprite bene gli occhi e spulciate le informazioni che vi darò.

Le necropoli

1. La prima necropoli di cui vi parlo è quella del Finocchito: si tratta di insediamenti rupestri sulla collina del Finocchito risalenti al periodo tardo neolitico presiculo. Rimangono pochi resti di quello che si pensa fu un villaggio con case in pietra. C’è poi la necropoli risalente al ‘600 a.C. scavata nelle pareti del monte Finocchito. All’interno delle cavità sono stati ritrovati reperti custoditi nel museo Paolo Orsi di Siracusa.

2. Passiamo alla seconda necropoli, quella di Castelluccio. Il sito fu abitato nell’Età del bronzo antico. Sulla montagna chiamata Cava della Signora è stata rinvenuta una necropoli con tombe a grotticella e a forno. Anche qui sono stati ritrovati vasi, monili, bicchieri, asce e altri reperti.

H3: Le chiese rupestri

1. Proprio a Castelluccio è si trova anche un insediamento religioso rupestre, la cosiddetta Grotta dei Santi. La grotta fu scavata durante l’epoca bizantina, ha una pianta circolare al centro della quale è collocato un pilastro che regge il soffitto. Si chiama così perché all’interno vi sono degli affreschi che ritraggono Gesù, la Madonna e altre raffigurazioni religiose, alcune poco visibili a causa dell’umidità.

2. Santa Lucia di Mendola è un centro paleocristiano, uno dei complessi religiosi rupestri più importanti della zona. Fanno parte del complesso: la basilica ipogeica, la basilica rupestre, l’abbazia rugeiana normanna del 1103, la grotti cella affrescata, l’antico romitorio e l’attuale basilica.

3. Oratorio delle Pianette: si tratta di una grotta, sempre di epoca bizantina, all’interno della quale sono stati ritrovati degli affreschi dei santi tutt’ora venerati a Noto: San Nicola di Bari, la Madonna dell’Itria, San Paolo apostolo. Ci sono anche san Bartolomeo e San Giovanni Battista. Nei pressi della grotta si trova anche una necropoli.

4. Basilica di San Marco, di architettura semirupestre bizantina, il primo degli eremi semirupestri sorti nella provincia di Siracusa che ospitò gli eremiti che seguivano la regola di vita di Sant’Antonio Abate. Sono ancora visibili i resti delle arcate, degli altari e degli affreschi.

5. Santa Maria della Scala del Paradiso, il nome la dice già lunga: si tratta di una chiesa costruita nei pressi di una scala (chiusa al pubblico) che portava all’effigie della Madonna della Scala. Di questa chiesa non rimane altro che un gruppo di rovine.

6. Santuario di San Corrado fuori le mura, si tratta della chiesa rupestre più suggestiva di Noto (è anche quella più integra). Fu edificata nel ‘700 all’interno della “Valle dei miracoli”, nei pressi della grotta in cui visse San Corrado Confalonieri in eremitaggio dal 1322 al 1351. All’interno della chiesa sono custoditi una statua del santo e una tela della Madonna col Bambino del 1759. C’è anche un piccolo museo ex voto che custodisce oggetti religiosi.

Noto antica, la città seppellita dal tempo che non ti aspetti

 

Cosa vedere a Noto antica? Ma, prima di tutto, cos’è Noto Antica?

Come vi ho già detto, il terribile terremoto ibleo del 1693 colpì anche la città di Noto. La nuova città fu poi ricostruita più a valle (dove si trova attualmente). L’antica Noto era una città splendida, uno dei centri culturali ed economici più brillanti della Sicilia dell’epoca.
Raggiungere Noto Antica è facile: l’antico abitato si trova nei pressi della strada che conduce a Palazzolo Acreide. E siccome voglio proprio fare una passeggiata tra le rovine di questa città in cui il tempo si è fermato, parcheggio l’auto e mi avventuro. Consiglio questo percorso sia agli amanti di arte e archeologia che agli appassionati di natura: le rovine si trovano sul monte Alveria, un sito di forte interesse naturalistico perché il monte è anche circondato da valli e fiumi.
Ci sono veramente tante cose da vedere e fotografare a Noto antica; cerco di riassumervi i punti di principale interesse:

1. La porta della Montagna segna l’accesso all’antica città. Su questa porta è affissa una targa dedicata a Ducezio, il guerriero fondatore della città di Noto.
2. Il Castello si trova a pochi metri dall’ingresso. Dell’edificio rimangono solo rovine. Adiacente al castello c’è la Torre Maestra.
3. Andando avanti mi trovo davanti le rovine della Chiesa del Crocifisso e dell’Ospedale e della Chiesa di Santa Maria di Loreto.
4. Proseguendo, ci si imbatte nelle rovine del Palazzo Landolina di Belludia, una delle dimore nobiliari più lussuose di Noto antica, ma che purtroppo è stato raso completamente al suolo e i pochi resti giacciono silenziosi tra la vegetazione.
5. Continuo il mio percorso fino a trovarmi davanti le rovine del Collegio dei Gesuiti. Mi fermo qualche minuto ad ammirare i resti e la piccola edicola votiva che è stata posta in questo luogo dopo il terremoto del 1693.
6. Dopo il collegio dei Gesuiti, è la volta del Ginnasio greco. Lo raggiungo imboccando la strada che si trova alla sinistra del bivio sulla strada principale. Purtroppo non rimangono che delle scritte su un muretto e un’iscrizione in greco antico.
7. Tornando indietro sul sentiero principale, si giunge alla Chiesa del Carmine, di cui rimangono alcune rovine delle colonne e le lastre tombali che fanno presupporre che vi fossero dei monaci seppelliti all’interno della chiesa.
8. Dopo la chiesa del Carmine, è la volta dell’Eremo di Santa Maria della Provvidenza e del Convento Cappuccino, edificati dopo il sisma in memoria degli abitanti di Noto uccisi dal terremoto.
9. Vi segnalo altri tre punti di interesse opzionali: Cava Carosello, Grotta delle cento bocche e Grotta del carciofo. Nella cava Carosello trovate i resti di un’antica conceria araba, la grotta delle cento bocche è una necropoli paleocristiana con decine di loculi funerari, la grotta del carciofo, infine, è un ipogeo funerario ebraico perché vi sono satai ritrovati due incisi di calici a sette braccia.

Palazzolo Acreide, borgo tra i più belli d’Italia, piccolo tesoro del Val di Noto

Palazzolo Acreide è un paese siciliano in provincia di Siracusa che ho inserito nel mio itinerario quando, nel corso delle mie ricerche su internet, ho notato che la strada che da Noto mi avrebbe a Noto antica, era in realtà la strada per Palazzolo Acreide. E mi sono detto: ok, visto che ci siamo voglio visitarlo. Poi lo so, purtroppo a volte sono ignorante, ho scoperto che Palazzolo Acreide non è così sconosciuto, anzi: è uno dei comuni siracusani appartenenti al Val di Noto. Non solo: il paese fa parte anche del circuito dei Borghi più belli d’Italia. Questo vuol dire bellezze e barocco siciliano allo stato puro, mica caramelle!
Palazzolo Acreide si trova sugli Iblei e conta circa 9.000 abitanti. Anche questo paese fu colpito dal terremoto del 1693. Inizio la mia visita di Palazzolo Acreide dalla periferia: il mio weekend siciliano non è ancora terminato e già la nostalgia del Val di Noto inizia a farsi sentire. Meglio non pensarci, su! Scopriamolo insieme.

 Akrai, area archeologica a Palazzolo Acreide con il teatro greco più piccolo del mondo

 

 

L'Area archeologica di Akrai, in cui sorgeva l’antica città greca, la più antica subcolonia di Siracusa, è posta in una posizione strategica per difendersi dagli attacchi nemici, ovvero nella zona occidentale dell’altopiano, tra le valli del Tellaro e dell’Anapo.
Passeggio sulla strada che collegava Akrai con Siracusa e Selinunte respirando eternità e cercando di immaginare come fosse la vita qui, nella Sicilia dei greci. Poi vado a visitare il teatro, il vero pezzo forte del parco archeologico di Akrai. È di forma semicircolare, ovviamente, ed è sicuramente più piccolo rispetto a quello di Siracusa, Segesta, Taormina, ma è di una bellezza non indifferente. Alla destra del teatro noto delle cave di pietra: sono le latomie dell’Intagliata e dell’Intagliatella, dalle quali i greci ricavavano la materia prima per le loro costruzioni. La guida mi spiega che le due latomie furono successivamente adibite a necropoli dai cristiani e dai bizantini. Sopra la latomia dell’intagliata si trovano i resti del tempio di Afrodite; purtroppo rimangono solo le basi, i blocchi squadrati. Quanto mi sarebbe piaciuto vederlo intero!

Piacevoli scenografie nella Palazzolo Acreide sconosciuta: escursione alla Grotta di Senebardo

E se, invece, conoscessi già Akrai e volessi visitare qualcosa di meno noto, di inedito, di nascosto??? Compà, ho la soluzione che fa per te! Supera il parco di Akrai e vai verso nord fino a raggiungere la Grotta di Senebardo, una grotta bizantina scavata nella roccia che contiene al suo interno un lucernario. Lì dentro ci sono delle tombe a baldacchino di pregiato valore architettonico.
L’escursione alla grotta di Senebardo è davvero bella e interessante: l’ipogeo era un centro molto importante dell’area iblea e i segni ritrovati fanno pensare che la grotta fosse un luogo vip, dedicato alla sepoltura di personaggi ricchi e/o famosi. Se vi piace l’avventura, non potete farvela scappare.

Mangiare a Palazzolo Acreide: ecco i piatti siciliani da non farsi mancare

Pazzi per l’enogastronomia siciliana? Siete sempre alla ricerca dei piatti tipici della tradizione culinaria dell’isola? Vi trovate a Palazzolo Acreide e non sapete cosa mangiare? Ok, ci penso io. Vi stilo un menu da SCIALO assoluto.

1. Antipasti: a Palazzolo Acreide la carne è una faccenda seria, non rifiutatela perché fate inc… emh, arrabbiare i palazzolesi, mi raccomando! Vi consiglio di ordinare un tagliere misto con formaggi (prendetene qualche pezzo e affogatelo nel miele di Palazzolo. Dopo saprete dirmi com’è), carni essiccate e condite con peperoncino, spezie e aromi vari.
2. Primi: qualsiasi, purchè vi sia una spolverata di tartufo, elemento principe di Palazzolo Acreide.
3. Secondi: non può assolutamente mancare la salsiccia (i palazzolesi le dedicano anche una sagra) e poi piatti a base di maiale,impanate di agnello e gallina ripiena. Cose light, insomma…

Accompagnate il tutto con dell’ottimo vino rosso locale (che in queste zone non manca mai) e il pranzo dei campioni è servito!

Storie di vita contadina siciliana: la casa-museo di Antonino Uccello

 

 

La Casa-Museo di Antonino Uccello fu inaugurata nel 1971 a Palazzolo Acreide dal grande studioso di cultura e tradizioni popolari siciliane Antonino Uccello. Lo studioso raccolse, per circa trent’anni, oggetti, strumenti di lavoro, tradizioni orali e tracce della vita contadina della zona, catalogò tutto il materiale raccolto e lo espose nella casa che lui stesso aveva acquistato.

Il museo si compone di 11 spazi:
Atrio: ambiente decorato volto a evocare una suggestione di colori nel visitatore, tramite le ceramiche di Caltagirone;
Cortile;
Casa ri massaria: vi sono la cucina e la stanza di lavoro della famiglia del massaio;
Casa ri stari: locale in cui abitavano i massari;
Stalla:
Frantoio: spazio adibito alla produzione dell’olio;
Piccolo maiazzè: deposito delle giare di olio;
Portico: vi è contenuto un calesse;
Cortile posteriore;
Maiazzè: qui venivano conservate le raccolte dell’annata e le derrate;
Ex stalla: vi sono contenute le collezioni di pupi e giocattoli.

Quattro passi tra i monumenti barocchi e medievali di Palazzolo Acreide

Palazzolo Acreide è una città patrimonio dell’umanità. La cosa può stupirvi, ma se, come me, deciderete di visitarlo capirete il perché. Di sicuro il barocco a Palazzolo Acreide è più che tangibile e vi sono monumenti che ne rappresentano l’essenza in toto, come le chiese di San Sebastiano s di San Paolo, dichiarate appunto patrimonio UNESCO.
La Chiesa di San Sebastiano è anche conosciuta come la chiesa degli undici altari. È una chiesa a tre navate e ha una bellissima affacciata monumentale di stile barocco. La visita all’interno non delude: ci sono dei magnifici affreschi e stucchi risalenti al 1800, oltre, appunto, agli undici altari dedicati undici santi
La Chiesa di San Paolo, patrono di Palazzolo Acreide, si trova più a valle, in pieno centro storico. Fu edificata nel XVII secolo e poi riedificata in seguito al terremoto del 1693. Anche la chiesa di San Paolo possiede una magnifica affacciata barocca e tre navate. La chiesa è ricca di opere d’arte che ricompenseranno la vostra visita.
Dopo aver visto le due chiese, faccio un giro nell’antico quartiere di Castelvecchio, posto dietro la chiesa di San Paolo, dove si trovano i ruderi del Castello medievale, circondati dalle vie e vicoli della Palazzolo medievale.
Un consiglio: se siete appassionati di passeggiate tra gli antichi borghi dei paesi/città, fate un salto anche fra i quartieri Ebraida, San Paolo e Spirito Santo, sempre a Palazzolo Acreide e tutti vicini tra loro.

Palazzolo Acreide, un’ultima degustazione prima di concludere il mio itinerario nella Sicilia sudorientale

Il sole tramonta, le luci si accendono e finisce la mia breve vacanza in questo angolo di bedda Sicilia siracusana. Concludo il mio itinerario con una degustazione diabeticamente dolce a Palazzolo Acreide.
Mi “assetto” fuori dal bar e, mentre mi godo il panorama, addento un gran cannolo ripieno di ricotta fresca e poi mi divoro dei dolci al tartufo.
Sappiatelo: venire a Palazzolo e andar via senza aver assaggiato qualsiasi cosa al tartufo locale è un crimine contro l’umanità. Ok, si è fatto tardi. Risalgo in macchina e via, alla prossima avventura.