Racconti di viaggio: tour in provincia di Caltanissetta tra vino, zolfo, storia e archeologia




Come trascorrere una vacanza nella provincia di Caltanissetta, terra generosa e ricca di storia, cultura, tradizioni culinarie? Semplice, basta seguire il nostro itinerario lungo la via del Riesi D.O.C., un vino autoctono fatto di terra vissuta e di lavoro nelle miniere. Annota le info con cura e prenota la tua prossima vacanza enogastronomica (e non solo) in Sicilia.

Esiste un vino, in Sicilia, chiamato Riesi D.O.C. (prende il nome della zona nel quale è prodotto) e questo grande vino, forse sconosciuto a molti di voi, viene prodotto in 14 varianti. Vi avverto: non sono un enologo di professione. Mi piace semplicemente visitare i luoghi rurali e bere il buon vino autoctono, magari accompagnato da un pezzo di formaggio e qualche pomodoro essiccato, all’ombra di un albero mentre il sole di Sicilia cede il passo alla frescura della sera. E non potevo farmi mancare un’esperienza simile nel nisseno, terra fin troppo poco valorizzata dal turismo di massa; forse è proprio questo che la rende così affascinante. Partite con me? Andiamo!

GIORNO 1

Riesi, perla dell’enogastronomia della provincia di Caltanissetta, dove il vino si fa ai piedi della miniera

 

 

Eccoci a Riesi, paese della provincia di Caltanissetta, prima tappa dell’itinerario lungo la strada del Riesi D.O.C., uno dei migliori vini siciliani. Insieme a me, mia moglie e i miei figli.
Riesi è una città conosciuta soprattutto per l’intensa attività mineraria che la contraddistinse soprattutto fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, ovvero fino a quando non arrivò la concorrenza americana. La miniera fu chiusa definitivamente nel 1975 e quello che rimane può essere considerato uno dei più grandi monumenti di archeologia industriale della Sicilia.

E a proposito di zolfo… eccoci al Museo della miniera di Riesi

 

 

Arriviamo a Riesi a metà mattinata, giusto in tempo per visitare il Museo delle solfare Trabia-Tallarita, grande testimonianza dell’attività delle miniere di zolfo che hanno contraddistinto quest’area per tanti anni. La parte più interessante di tutto il percorso è sicuramente la discesa virtuale all’antica miniera. In pratica, grazie alle strumentazioni tecnologiche, sono riusciti a riprodurre l’antico percorso che conduceva all’interno della miniera, chiamata discenderia. Che figata picciotti!

Pranzo-degustazione con il Riesi D.O.C., il vino che sa di miniera

Per pranzo ci spostiamo in una delle cantine della zona dove rimaniamo per quasi tutto il pomeriggio per assistere al ciclo di produzione del vino e per degustare le tante varietà del Riesi D.O.C., oltre ai prodotti gastronomici locali e siciliani.
Parliamo del Riesi D.O.C., intanto. È un vino, come vi dicevo, prodotto nella provincia di Caltanissetta, soprattutto tra i comuni di Riesi, Mazzarino e Butera. Il Riesi bianco è ottenuto dall’unione delle uve Insolia e Chardonnay, mentre il rosso da uve di Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon. Il rosato, invece, si ottiene unendo uve di Nero d’Avola e Nerello Mascalese e/o Cabernet Sauvignon, mentre il Riesi Superiore da uve Nero d’Avola all’85% e altre varietà a bacca rossa non aromatiche della zona.
È un vino forte e molto saporito, in grado di trasmettere l’essenza dell’entroterra siciliano. Infatti accompagniamo la varietà rossa con un bel tagliere di salumi e formaggi. Ahhhhh, la felicità è a portata di calice!

Butera, antico e strategico crocevia della Sicilia

 

 

Seconda tappa del nostro itinerario siciliano lungo la strada del Riesi D.O.C., in provincia di Caltanissetta: Butera, un paese che vanta origini preistoriche e che era considerato uno dei nodi strategici per la comunicazione tra l’entroterra e il mare.
Raggiungiamo l’albergo prenotato, lasciamo i bagagli, ci diamo una sistemata e usciamo a passeggiare. La cittadina è posta su una collina, qui l’aria è abbastanza fresca e il paese, in generale, ha l’aspetto di un borgo medievale con qualche sfumatura di modernità.

Non credo ai miei occhi, a Butera condiscono la pasta con il miele!!!

Avete capito bene: il piatto buterese tipico per eccellenza è la pasta con il miele, una ricetta antichissima importata dagli arabi e che viene tuttora consumata soprattutto per la festa di San Giuseppe e durante la Pasqua. Ricetta povera dunque, ma ricca di sapori: per prepararla si usano le mandorle, la buccia d’arancia, la mollica di pane tostata, oltre al miele ovviamente. Quindi a cena pasta con il miele per tutti! Non fate i diffidenti, è squisita!
Finita la magnifica cena, facciamo una breve passeggiata per aiutare la nostra digestione. Inutile dirvi quanto sono contento di tutto quello che sto mangiando e bevendo e siamo ancora all’inizio del nostro viaggio! Vediamo domani cosa ci riservano Mazzarino e un’altra degustazione speciale.

GIORNO 2

Nel paese siciliano del grande cannone puntato al cielo: Mazzarino

Picciotti, i dolci più buoni di tutto l’itinerario li ho mangiati a Mazzarino, comune della provincia di Caltanissetta quasi al centro della Sicilia. La prima tappa del secondo giorno del nostro itinerario è proprio questo paese e visto che il responsabile dell’albergo in cui alloggiamo non mi ha raccomandato altro che assaggiare le cassatelle con ricotta e le lumere con crema di Mazzarino, abbiamo deciso di farlo. Risultato: il responsabile dell’albergo aveva ragione, ‘sti dolci sono la fine del mondo! Ok, la colazione è stata più che abbondante e soddisfacente, come ogni colazione, pranzo e cena che si rispetti in Sicilia. Adesso siamo pronti per iniziare la nostra visita di Mazzarino!

Il castello di Mazzarino

 

 

Eccoci davanti ai ruderi del Castello di Mazzarino, detto “U cannuni”, che vuol dire “il cannone”, quasi sicuramente in virtù della forma della torre di sud-ovest, paragonata a un cannone.
Del castello rimangono più che altro le mura esterne, oltre alla torre appunto. Tuttavia, il Castello risulta ancora essere un’opera imponente che segna l’importanza strategica della città di Mazzarino, quasi al centro della Sicilia.

Le chiese di Mazzarino

Terminata la visita al Castello, ci muoviamo per una visita dei monumenti del centro storico di Mazzarino.

Visitiamo la Basilica di Maria Santissima del Mazzaro, le cui origini risalgono al 1100, poi distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita a partire dal 1760, e la Chiesa di Santa Maria della Neve, chiesa madre di Mazzarino.
Fu costruita nel XVI secolo e al suo interno contiene un bassorilievo in pietra che raffigura la creazione di Adamo ed Eva, una tela della Madonna della Neve e un altare con ben 36 scene raffigurate tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, i 4 evangelisti, i 12 apostoli, la Madonna e San Giuseppe.

Cosa mangiare a Mazzarino: pranzo a base di carne nissena

Finiamo la visita del centro storico di Mazzarino che è già ora di pranzo e ci mettiamo alla ricerca di un buon ristorante in cui poter assaggiare la rinomata salsiccia di Mazzarino e le stigliole, dei budelli ripieni di carne. Trovato, al via con la scorpacciata!

Butera continua a sorprenderci

Rientriamo a Butera nel tardo pomeriggio, in perfetta sintonia con i tempi previsti nel nostro itinerario alla scoperta della Sicilia nascosta. Ne approfittiamo per ammirare dall’esterno i resti del Castello arabo-normanno, di cui rimane la torre e la corte interna, oggi spazio pubblico. All’interno del Castello vengono organizzate, di tanto in tanto, mostre e manifestazioni.
Poi ci spostiamo a visitare la Chiesa Madre di Butera, dedicata a San Tommaso e costruita nel XVI secolo. Tra le sue opere principali, vi segnalo la Madonna degli Angeli del Paladino.
Infine raggiungiamo la Chiesa di San Rocco, dedicata al santo patrono della città, costruita nel ‘700. Che terra di bellezze che è la Sicilia!

Il Castello di Falconara, un gioiello siciliano (purtroppo) non visitabile

 

 

Tra le attrazioni monumentali visitabili a Butera, non è possibile includere il Castello di Falconara, posto a Marina di Butera, su un piccolo promontorio che si affaccia sul mare. È un castello veramente affascinante, sia perchè tenuto in buone condizioni (almeno per quanto riguarda gli esterni), sia perchè si trova immerso in uno scenario da sogno. Come vi dicevo, purtroppo non possiamo visitarlo perchè è di proprietà privata (al suo interno vi è un resort), ma nulla vieta di fare una passeggiata sulla spiaggia antistante il Castello e di ammirarlo in tutta la sua vanità. È anche l’unico castello della provincia di Caltanissetta a pochi metri dal mare, da vedere.

Le ‘mpanati con spinaci che solo a Butera sanno fare

Ed è di nuovo ora di degustazioni, anzi, in Sicilia è SEMPRE ORA DI MANGIARE!!! Certo, non è che siamo proprio a stomaco vuoto, anzi, tra supercolazione, pranzo e degustazione pomeridiana potremmo pure andare a letto senza cena. MA QUANDO MAI!!! Eccoci seduti al ristorante a rifarci le papille gustative con le ‘mpanati di Butera, una sorta di focacce ripiene condite con spinaci, cavolfiori o con quello che la terra buterese offre. CHE SQUISITEZZA!
Terminiamo la cena e facciamo un giro veloce a piedi per le vie del centro, Butera è una cittadina veramente tranquilla, l’ideale per chi vuole trascorrere una vacanza fuori dal traffico e dallo smog delle grandi città. Torniamo in albergo e andiamo a dormire stanchi ma molto soddisfatti della giornata. Au revoir!

GIORNO 3

Gela, città siciliana dalle mille contraddizioni

Cominciamo questa terza giornata di itinerario di viaggio nella provincia di Caltanissetta con Gela, una delle città più popolate del nisseno, nonché punto nevralgico dello sviluppo industriale dell’isola per la presenza della raffineria dell’Eni, presenza che ha causato anche danni ambientali non indifferenti.
Nonostante ciò, Gela ha continuato a mantenere il suo aspetto naturalistico: la città è circondata da riserve naturali dal forte richiamo mediterraneo, natura ancor più accentuata a sud, ovvero nel golfo di Gela.

Birdwatching in Sicilia: una passeggiata alla Riserva Biviere di Gela

E a proposito di natura, cominciamo la nostra visita di Gela con una tappa prettamente naturalistica: la Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela. Noi abbiamo scelto di prenotare una visita guidata con il personale della Riserva, in modo da conoscere quanto più possibile di questo bellissimo angolo di natura incontaminata gelese. Partiamo dal centro visite Synvolum, dove all’interno viene raccontata la storia della Riserva e poi ci avventuriamo per i sentieri. Ci sono anche aree attrezzate in cui potersi fermare per il pranzo a sacco e capanne. È uno spettacolo incredibile, i miei figli rimangono esaltati dalla bellezza della natura in questo luogo! Vediamo un sacco di animali e una miriade di piante e alberi particolari, cose che di sicuro non ti capita di vedere in giro. E quando giungiamo al lago… un posto fuori dal mondo, un gioiello incastonato all’interno della Riserva, CHI BIDDIZZI!
Siamo veramente soddisfatti di questa visita, la straconsiglio a tutti, ma soprattutto agli appassionati di birdwatching perché, credetemi, in alcuni periodi dell’anno si assiste a delle migrazioni PAZZESCHE e ai bambini, che rimarranno estasiati davanti allo spettacolo della natura autentica.

Gela, onoriamo la patria del primo gastronomo siciliano con un pranzo a base di pesce

Eccoci nel centro di Gela, la più antica colonia greca della Sicilia e patria del primo gastronomo dell’isola, Archestrato di Gela. Potevo, dunque, lasciarmi scappare un super pranzetto in questa splendida città???
Assolutamente no e infatti, dopo intense ricerche, scegliamo di mangiare pesce, dato che Gela si trova sulla costa meridionale della Sicilia. E infatti non è difficile trovare del buon pesce fresco da queste parti: vi consiglio, in particolar modo, gli spaghetti al nero di seppia o alle vongole e dell’ottimo filetto di tonno alla griglia, così come l’impepata di cozze, le seppioline ripiene, il pesce spada alla ghiotta e potrei continuare per ore e ore. Una cosa sola è fondamentale: assicuratevi che il pesce sia fresco. Provate a guardarlo negli occhi!

Gela e i resti della più antica colonia greca di Sicilia

 

 

Vacanza nella provincia di Caltanissetta: momento archeologico-culturale. Eccoci davanti l’ingresso del Museo Archeologico Regionale di Gela, dentro il quale sono custoditi una marea di reperti ritrovati nelle zone limitrofe. Qui la storia non manca, picciotti… Come vi dicevo, Gela fu una della prime colonie greca in Sicilia e, ovviamente, la città visse per lunghi secoli nello splendore.
E per avere ancora più chiaro il quadro della situazione, dopo aver visitato il museo ci spostiamo a vedere le Mura di Capo Soprano, anche queste di origine greca.

La Chiesa Madre e il Castelluccio di Gela

 

 

Terminata anche questa visita, ci spostiamo sempre in auto e raggiungiamo la Chiesa Madre. Non lasciatevi ingannare dalle apparenze: anche se vista dall’esterno può sembrare eccessivamente rustica, quasi spoglia, l’interno è ricco di opere d’arte tra cui dipinti di Giuseppe Tresca e di Filippo Pennino. Siamo anche incavolati: non possiamo visitare dall’interno il Castelluccio di Gela, un castello medievale posto fuori dal centro città bello ma dimenticato dal mondo a causa dell’incuria e del degrado. Che peccato!!!

GIORNO 4

Niscemi e il Barocco siciliano

Ultimo giorno di vacanza nella provincia di Caltanissetta, in questo centro Sicilia poco conosciuto e poco valorizzato. È la volta di Niscemi, altro paese della troppo spesso sottovalutato della provincia di Caltanissetta.
Niscemi conta circa 28000 abitanti, è una delle città più popolate del nisseno e le sue origini risalgono al IX secolo. Dopo il terremoto del 1693 che la distrusse in parte, il suo centro storico fu ricostruito nella seconda metà del XVII secolo, tant’è che le architetture religiose presentano uno stile neoclassico e barocco siciliano.

Nella Sughereta di Niscemi: senti anche tu odore di tappo?

 

 

Raggiungiamo la Sughereta di Niscemi, una riserva naturale che per lungo tempo è stata di fondamentale importanza per il popolo di Niscemi perché, insieme al bosco di Santo Pietro di Caltagirone, era la più grande risorsa per la produzione di sughero della Sicilia. Eh sì, all’interno della riserva naturale cresce la sughera, una quercia mediterranea che arriva a vivere fino a 100 anni. Straconsigliata da vedere!

Alla ricerca sfrenata del carciofo violetto di Niscemi

 

 

Dopo aver trascorso la mattinata all’interno della Sughereta di Niscemi, ci spostiamo in auto all’interno del paese per il pranzo. Grazie a una piacevole chiacchierata con lo zio Enzo (un anziano del luogo) veniamo a sapere che Niscemiè la capitale del carciofo, soprattutto del carciofo violetto, una variante tipica della zona. Ma io ADOROOO I CARCIOFIII! E allora via, mettiamoci a cercare un ristorante che ci faccia assaggiare i carciofi preparati in mille modi… e quando vado a caccia io… sono meglio di un cane di tartufi! Detto fatto, il profumo non inganna: entriamo al ristorante e facciamo scorta di carciofi: alla griglia, ripieni, fritti, in pastella, in agrodolce, sott’olio. Quando scegliete di gustare i spaori della vera Sicilia divete lasciarvi “contaminare” dalla gente del luogo, abbandonarvi alle loro usanze, tradizioni e sapori, fidarvi e assaggiare tutto ciò che vi viene proposto. Come queste olive nere Chiamate PASSULUNA che ho in bocca proprio in questo momento... Goduria pura! È questo lo spirito giusto per assaporare l’essenza della gerra che decidete di visitare: fatelo e mi ringrazierete.

A spasso per Niscemi, la città della Madonna galleggiante scoperta da un bue assetato

Ultimo pomeriggio a disposizione, l’itinerario nella provincia di Caltanissetta sta quasi per finire… vediamo di sfruttarlo al meglio! Partiamo con la visita del centro di Niscemi: la Chiesa Madre e la Chiesa dell’Addolorata, entrambe molto belle. Poi ci spostiamo a visitare il Museo di Storia Naturale di Niscemi, un posto interessante soprattutto per i ragazzi, all’interno del quale si possono ammirare rappresentazioni legate alla realtà della Sughereta.
La storia più suggestiva in assoluto è però quella che si cela dietro alla fondazione della Chiesa di Maria Santissima del Bosco. Un nome curioso, non trovate? Così come curiosa è la storia che si nasconde dietro la nascita di questa chiesa. Si narra che nel 1599 un pastore di nome Andrea Armao, che svolgeva la sua attività nel bosco di Santa Maria, avesse perso Portagioia, un bue di sua proprietà, e che dopo tante ricerche, lo avesse ritrovato intento a fissare una fonte di acqua. Portagioia non era Narciso, assolutamente no… Portagioia stava ammirando il volto della Madonna impresso su una tela di seta dipinta dagli angeli proprio in quel momento. Ecco che in quel luogo nacque l’attuale chiesa per custodire il quadro, attorno alla quale successivamente si costruirono le abitazioni. Peccato che proprio questo quadro è stato distrutto accidentalmente ed è stato sostituito con un altro dipinto.

Lasciatemi bere l’ultimo bicchiere nella provincia di Caltanissetta, terra di vino e bellezza

A me la vacanza non basta mai, quando sono in viaggio per la Sicilia vorrei non andar più via da queste bellezze… eppure ci tocca! Ma prima di lasciare Niscemi e la provincia di Caltanissetta non può mancare un’ultima degustazione in cantina. Voglio assaggiare tutti i vini del luogo! E così, con un ultimo bicchiere di Riesi D.O.C. in una mano e una pasta di mandorla nell’altra, ammiro l’ultimo tramonto in questa terra di lavoratori, antichi castelli e sapori indimenticabili.