Palermo magica: i misteri della stanza blu

A Palermo esiste un luogo magico, affascinante e ricco di particolari rimasti occultati per tanti secoli. È la stanza blu, un posto esotico avvolto nel mistero, una di quelle perle della Sicilia nascosta quasi impossibile da visitare.

 In vacanza a Palermo, che sia per un giorno, una settimana o un weekend, ci sono luoghi inediti da esplorare, posti imperdibili che valgono da soli un viaggio nella Sicilia occidentale.

Uno di questi è la stanza blu. Siamo all’interno di un palazzo nobiliare del Settecento nel cuore del capoluogo della Sicilia. La storia che stiamo per raccontarvi ha dell’incredibile, frutto della scoperta di due sposini che così, per puro caso, si trovano a prendere casa in via Porta di Castro, a pochi metri dalla cattedrale, e a iniziare i lavori per la ristrutturazione dell’abitato. Fino a quando non viene fuori la prodigiosa scoperta.

Mentre i muratori sono intenti a togliere la carta da parati usurata e gli stucchi invecchiati dalle pareti di una delle stanze dell’appartamento degli sposini, intravedono delle scritte in arabo su uno sfondo scuro. Centimetro dopo centimetro, riescono a togliere lo stucco dalle pareti fino a scoprire un’intera stanza dipinta di blu e ricca di scritte e immagini arabeggianti argentate! Forse una moschea???

Precisiamo che dall’inizio dei lavori alla diffusione della scoperta passano circa sei anni, perché la ristrutturazione viene spesso interrotta. Ma dopo tutto questo tempo, i proprietari vogliono capire quale mistero si cela dietro alle pareti blu di quella stanza e contattano degli esperti.
Vengono fatte diverse supposizioni: inizialmente si pensa che si tratti davvero di un’antichissima moschea, magari nascosta per motivi religiosi. Gli studiosi, in primis il professor Franco Fazio che per primo visitò la stanza blu di persona, ne furono convinti per tanto tempo; tra loro, fece visita alla palazzina anche Vittorio Sgarbi, oltre a notevoli personalità di spicco del mondo arabo e islamico.

 

Una foto pubblicata da Monica Cantoro (@monica_ferrara23) in data:

 

Una moschea, dunque, in una città dominata per tanti anni dagli arabi, opinione che mette tutti d’accordo. Ma questa versione non convince tre studiosi dell’università di Bonn, in Germania: un’archeologa, un arabista e un iranista. I tre, dopo un periodo di studi e indagini, smentiscono la tesi secondo la quale la stanza blu di Palermo fosse un’antica moschea e affermano con certezza che si tratta di un luogo segreto, abitato da un occultista, in cui venivano praticati riti esoterici di nascosto, perché proibiti dall’Islam. Come fanno i tre studiosi a essere così certi della loro versione? Perché hanno trovato due tugra disegnati sui muri della stanza, ovvero due simboli utilizzati come firma. Svelato il mistero, dunque: si tratta di una stanza nascosta in cui veniva praticata la magia e l’occultismo, fatto non così raro perché l’Islam si è sempre allontanato dall’esoterismo e dalle invocazioni dell’aldilà e condannato chi pratica tali pratiche. Non resta altro che cercare la stanza blu e chiedere ai padroni di casa di dare un’occhiata: chissà, magari vi fanno entrare.

 

Immagine di copertina di Mirko Ruisi