Tradizioni popolari e devozione per il weekend della festa di Sant’Agata a Catania

Picciotti! Non mi dite che siete stati in vacanza a febbraio in Sicilia e che vi siete persi uno degli eventi più emozionanti che potevate vivere sull'isola! Il primo weekend di febbraio Catania festeggia la sua Santa protettrice: un evento imperdibile per chi ama le tradizioni antiche di Sicilia e le feste popolari!

Per fortuna c'è il mio amico Sandro Privitera, guida turistica a Catania, che vi farà rivivere la Festa di Sant'Agata raccontandovi ogni momento di quest'evento indimenticabile... Scoprirete Catania come non l'avete mai vista!

 

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Ogni anno a Catania, subito dopo il Natale, i catanesi si preparano a celebrare la ricorrenza di Sant’Agata, una delle feste patronali più importanti al mondo per la partecipazione del numero di fedeli e per la grandiosità dei festeggiamenti.

L’intera popolazione si prepara con trepidazione a quei tre giorni di eventi che il 3, 4 e 5 di febbraio vedranno un fiume umano composto da decine di migliaia di “cittadini” e “devoti” partecipare instancabili alle processioni in onore di Sant’Agata ricordando il terribile martirio sofferto dalla giovane cristiana fatta barbaramente torturare e uccidere dal proconsole romano Quinziano durante le persecuzioni volute dall’imperatore romano Decio. Secondo la tradizione, la bella e pura Agata, subì prima la tortura del seno, che le fu strappato dalle tenaglie degli aguzzini romani, e successivamente, il 5 febbraio del 251 d.C. fu bruciata viva per non aver rinunziato alla sua infinita fede per Dio.

 

sant agata catania processione della cera 3febb

 

I festeggiamenti iniziano il 3 febbraio con la “processione dell’offerta della cera”, durante la quale l’intera cittadinanza con capo il sindaco e il vescovo, gli antichi ordini militari e cavallereschi, l’università, i circoli di San Agata, le associazioni cittadine, le tredici candelore, partono dalla chiesa di Sant’Agata alla fornace, dove fu martirizzata la giovane Agata, per raggiungere in un variopinto corteo la Cattedrale. La stessa sera “a sira do tri”, in piazza Duomo, si tiene un concerto musicale, dove non mancherà l’esecuzione della Norma di Vincenzo Bellini, accompagnato da variopinti giochi di fuochi artificiali che viene seguito da migliaia di cittadini e negli ultimi anni da un numero sempre crescente di turisti provenienti da ogni parte del mondo.

 

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E’ il preludio di quanto accadrà poche ore dopo, quando intorno alle tre del mattino, le porte della cattedrale vengono aperte per consentire l’ingresso a migliaia di devoti che indossando il caratteristico sacco bianco accorrono in massa per partecipare alla “Messa dell’Aurora”, durante la quale le reliquie di Sant’Agata saranno portate sull’altare per la gioia dei devoti, che tra inni e odi attendono la fine della messa e finalmente l’uscita della Santa martire! Intorno alle sette del mattino, infatti, il busto reliquiario verrà posto sul fercolo o “vara” tirato da centinaia di devoti che sostengono due pesanti e lunghissimi cordoni, e la Santa preceduta dal corteo delle pesanti “candelore” (da quest’anno 13), inizia il giro esterno che durerà più di ventiquattro ore attraversando i quartieri della città al di fuori dell’antica cinta muraria spagnola. Un fiume umano la segue e la onora, ogni devoto offre soldi, fiori o candele e tutti si accalcano per poter avvicinarsi alla Santa per pregare, ricevere un’immaginetta e scattarle una foto.

 

sant agata catania cordone

 

La processione procede lungo via Dusmet sino alla stazione e dalla stazione si incammina lungo viale Libertà e via Umberto, sino a raggiungere nel tardo pomeriggio piazza Carlo Alberto dove la Santa sosta di fronte alla chiesa barocca della Madonna del Carmelo per raggiungere poi piazza Stesicoro dove il vescovo attende il fercolo e tiene un lungo discorso alla cittadinanza. Contemporaneamente, un fiume bianco si prepara per la salita dei Capuccini, uno dei momenti più sentiti della festa dove i devoti mostrano tutta la loro forza e il coraggio per permettere alla Santa di raggiungere in cima alla salita, la chiesa di Sant’Agata la Vetere, all’interno della quale la Santa sosterà per circa un’ora durante la messa tra gli incessanti cori dei fedeli. Sono circa le venti e già da oltre dodici ore i devoti e i fedeli seguono il fercolo senza mostrare alcun segno di stanchezza.

 

Sant agata catania salita dei cappuccini

 

Dopo la messa la Santa riparte seguendo il lungo tracciato della via Plebiscito, contigua alle mura spagnole e al “bastione degli infetti”, qui lungo il percorso, stazionano decine di venditori di “street food” catanese, dove le grigliate di carne e polpette di cavallo, vengono prese letteralmente d’assalto dai catanesi e dai turisti affamati che si preparano alla prima lunga notte della festa. La processione nel frattempo arriva a Fortino, sono già le due del mattino…e la quiete della notte viene turbata dalle centinaia di esplosioni dei fuochi pirotecnici che salutano rumorosamente l’arrivo e il passaggio della Santa.

Si fa l’alba e i devoti si apprestano a far rientro in cattedrale, ma devono prima affrontare il pericoloso passaggio della “calata da marina” la discesa che prevede l’attraversamento degli archi del ponte ferroviario della marina prima di terminare in cattedrale. Un’altra coreografica sventagliata di fuochi artificiali saluta il ritorno della Santa in Cattedrale per il meritato riposo. Ma la festa continua con il susseguirsi di importanti eventi; è infatti solo la mattina del 5 febbraio e sta per aver inizio un’altra memorabile giornata. Nel Duomo gremito, dove non si smette di cantare e pregare un minuto, in attesa del mezzogiorno quando ha inizio il pontificale durante il quale a celebrare la messa oltre al vescovo di Catania è invitato un cardinale o un arcivescovo proveniente da diverse parti del mondo invitato per onorare la santa protettrice di Catania.

 

sant agata catania candeloradeimacellai

 

Le reliquie sono esposte e i fedeli si avvicinano ordinatamente per baciarle e pregare. Nel pomeriggio alle 15,30 mentre le dorate candelore che rappresentano le corporazioni di arti e mestieri circondate dai portatori stazionano davanti al sagrato della cattedrale, migliaia di fedeli partecipano alla messa pomeridiana mentre la piazza duomo e la via Etnea vengono gremite da una marea umana in attesa di salutare la Santa durante il cosiddetto “giro interno” che avrà luogo all’interno dell’antica cinta muraria spagnola.

Piazza Duomo è gremita da decine di migliaia di fedeli, la via Etnea pure; ad aprire la processione sono le candelore, seguite questa volta non direttamente dalla Santa, ma bensì da centinaia di devoti con il sacco bianco che portano sulle spalle pesanti ceri accesi come ringraziamento per una grazia ricevuta, un fiume di fuoco che come una colata lavica, attraversa il cuore della città, ricordando a tutti i catanesi che Sant’Agata torturata nel fuoco è la strenua protettrice della città e baluardo dalle colate laviche che dal monte Etna si dirigono verso di essa.

 

sant agata catania ceri 5 febbraio

 

La processione prosegue per via Caronda e dopo sino a piazza Borgo dove migliaia di devoti attendono per ore l’arrivo del fercolo e gli spettacolari fuochi “do Burgu” che per oltre dieci minuti in un crescendo rossiniano svegliano l’intera città…quest’anno infatti alle 6,12 del mattino hanno preceduto l’aurora del 6 febbraio! Dal Borgo si rientra verso la cattedrale, per un altro dei momenti più importanti della festa, la terribile “acchianata i San Giuliano”, il tratto più pericoloso di tutta la processione, che vedrà centinaia di devoti correre o andare a passo veloce, per trainare lungo la salita di Via Marchese di San Giuliano, il pesante fercolo sino all’imbocco di via dei Padri Crociferi, dove di fronte alla chiesa barocca di San Benedetto avrà luogo il canto delle clarisse, le monache di clausura del monastero dei Benedettini, che offrendo un cuscino di rose bianche alla Santa ne intonano l’inno nel silenzio più assoluto…in uno dei momenti religiosi più toccanti di tutta la processione. Il tempo passa…sono già le dieci del mattino...i catanesi attendono il rientro in cattedrale per l’ultimo omaggio ad Agata protettrice dalle malattie delle donne, dei carcerati, della città di Catania dai terremoti e dalle eruzioni vulcaniche.

L’eccitazione sale…i devoti dovranno attendere un altro anno…ma porteranno nel cuore ogni giorno la loro Santa “Sant’Aituzza bedda ca iavi du occhi ca parunu du stiddi”!

 

 

 

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