In vacanza in Sicilia senza orologio, Vi basta il Sole! Orologi solari e meridiane

Picciotti! Sapevate che ci sono diversi itinerari e tour alternativi che permettono di viaggiare attraverso una Siclia quasi sconosciuta e di scoprire le tradizioni antiche e la storia dell'isola in modo veramente originale? Il mio amico Iorga Prato, guida turistica di Catania, vi porta alla scoperta della millenaria arte della misurazione del tempo, che affonda le sue radici nella Sicilia più antica... 

"Tempus fugit, Sicilia manet". Alla scoperta di orologi solari e meridiane, nella Terra del Sole

Un insolito turismo in Sicilia è quello delle opere gnomoniche. Meridiane, scioteri, calendari e altri magnifici strumenti che consentono di sfruttare l'ombra o la luce del sole per ricavare informazioni utili...Una tradizione antica in Sicilia, quella della misurazione del tempo, come racconta Plutarco: a Catania vi era la prima meridiana che i Romani avessero mai vista e, trafugatala, la appesero alla colonna rostrata. Fu questa ad ispirare la più longeva civiltà d'Occidente per la realizzazione dei quadranti solari.

Ancora oggi, alcune delle più belle opere del genere incantano il turista che visita l'Isola. Come all'interno della Cattedrale di Palermo. Una relativamente modesta meridiana decora il pavimento del transetto nel maggiore tempio dell'Isola sin dal 1801, anno della sua inaugurazione per opera dell'abate scienziato Giuseppe Piazzi. L'estensione risulta ridotta per via di un compromesso tra tutti i fattori con cui il progettista dovette confrontarsi: l'asse irregolare della chiesa, la presenza di edifici piuttosto alti che offuscavano il sole, la presenza dei pilastri neoclassici che riducevano gli spazi interni e la ridotta altezza delle navate laterali. Tuttavia Piazzi trovò il giusto equilibrio tra gli elementi, ottenendo un discreto quadrante capace di indicare il mezzogiorno reale per ogni giorno dell'anno, precisando anche il segno zodiacale relativo al mese indicato.

 

meridiana cattedrale palermo1 

 In questa foto: dettaglio della meridiana della Cattedrale di Palermo

 

Ma quello palermitano non è il più antico sistema di calcolo astronomico presente in Sicilia. Se fumosi rimangono gli ipotetici calendari astronomici preistorici, detti “pietra calendario” dalla stampa, presenti in Sicilia (Perciata, Gela, Monte Arcivocalotto etc.) o la sala circolare del Castello di Sperlinga con dodici misteriose nicchie, ben più concrete sono le tracce archeologiche come il quadrante solare di tipologia ellenistico-romana (III e II secolo a.C.) ritrovato pressoché ovunque (a Kamarina, a Terme Vigliatore, a Catania, a Tindari, a Caronia etc). Con l'avvento del Cristianesimo, poi, si diffusero le “chiese calendario”, capaci di individuare l'esatto inizio della Pasqua, ispirandosi al fenomeno analogo all'interno del Tempio Greco. Le chiese paleocristiane (Nunziata di Giarre, Ispica, Priolo, Palagonia, Catania etc) e bizantine (Calatabiano, Siracusa, Castelluccio di Augusta etc), le cosiddette “Cube” (tra Etna e Alcantara) costituiscono importanti esempi del genere.

 

cuba sicilia

 In questa foto: Cuba di Santa Domenica, esempio di "chiesa-calendario"

 

Tra il Medioevo e il Rinascimento, si diffonde in Sicilia il computo orario detto ad “hora italica”, l'ora italiana misurata a partire da mezz'ora dopo il tramonto. Il calcolo avveniva per sottrazione, misurando il tempo rimanente al prossimo tramonto. Sebbene non manchino nei musei siciliani frammenti di orologi solari da trasporto sfruttati anche come sestieri da parte dei naviganti, le opere più affascinanti sono certamente gli orologi solari da parete. Tra gli esemplari Manieristi si possono citare quelle presenti a Piazza Armerina, di cui la più antica parrebbe essere nell'ex monastero di Santa Maria del Gesù (ante 1578?). In questo delizioso centro ennese vi sono celebri gli scioteri di piazza San Rocco, sulla facciata della omonima chiesa (1622) e del palazzo del Municipio (1622?), ma anche altre opere semisconosciute, come un orologio solare del 1611 sulla facciata di Casa Velardita, già Villa Trigona di Roccabianca o gli esigui resti di uno sciotere inciso sull'intonaco dell'ex convento benedettino femminile di San Giovanni Evangelista (XIX secolo?) il cui computo è già quello odierno.

L'introduzione dell'ora parigina, diffusa ancora oggi, avviene in misura lenta a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, documentato dai bei esemplari sulla facciata della Cattedrale di Ragusa (1751). Ancora negli stessi anni sul davanzale di una finestra della sagrestia del San Giuseppe a Vittoria si incideva un insolito orologio solare su superficie orizzontale e il grandioso e delizioso Laberinto Biscari (primo nucleo del Giardino Bellini di Catania) si dotava di un originale sciotere costituito dalle facce di un dodecaedro, inizialmente posto al centro di una artistica fontana e oggi orientato malamente, all'interno del medesimo Giardino. Questi ultimi usavano ancora il computo italiano. Alla fine del secolo, nella stessa Ragusa, sulla facciata della chiesa di San Vincenzo Ferreri si incise un elegante sciotere ancora con ore italiane e a Valverde ancora nel XIX secolo si incideva un orologio col computo italiano sulla facciata di un edificio nobiliare all'ingresso del paese.

 

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 In questa foto: sciotere della chiesa di San Vincenzo Ferreri a Ragusa a Catania

 

Alla fine del Settecento, l'abate Piazzi, abituato all'ora parigina già diffusa nella sua regione di nascita, la Lombardia, introdusse il nuovo computo a partire dalla città di Palermo. La realizzazione della meridiana all'interno della Cattedrale fu la prima di una notevole serie che incrementò l'interesse alla misurazione del tempo in Sicilia per tutto il XIX secolo. Il Duomo di Messina si dotò di una meridiana disegnata da Antonio Maria Jaci andata definitivamente perduta con il rifacimento del pavimento negli anni '50, ma fu per un secolo (tra il 1804 e il gravoso sisma del 1908) una delle più note e ammirate nell'Isola. La più imponente e complessa è certamente la meridiana della chiesa di San Nicolò l'Arena, la più grande in Sicilia e considerata la più completa d'Italia. In essa viene infatti considerato il mezzogiorno di tutti i giorni dell'anno, vengono fornite informazioni precise sulla sua ubicazione, sui punti noti del territorio catanese, sui segni zodiacali, sugli equinozi e solstizi, nonché il confronto tra le unità di misura esistenti nel periodo della sua realizzazione (1841): metro francese, piedi parigini, piedi inglesi, palmi siciliani, palmi napoletani. L'opera fu realizzata da Sartorius von Waltershausen e Peters. Quest'ultimo realizzò, da solo, la meridiana del Duomo di Acireale (1843), simile ma meno articolata all'esemplare catanese. Ancora più sintetica è l'opera di Nicola Perroni Basquez, docente di lettere antiche appassionato di astronomia, incisa appena sul pavimento del Duomo di Castroreale (1854).

 

meridiana san nicolo dell arena

 In questa foto: meridiana della chiesa San Nicolò dell'Arena a Catania 

 

Tuttavia solo nella seconda metà del secolo si introdurranno le lemniscate (l'ideale ellisse di rotazione terrestre attorno al sole, rappresentato come una sorta di otto, da cui si calcola il tempo medio del mezzogiorno), nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Castiglione (1882, opera di Temistocle Zona) e nel Duomo di San Giorgio a Modica (1894, di Armando Perini). Con la crisi economica della chiesa di Sicilia a seguito della legge Siccardi, queste opere persero la loro committenza ecclesiastica, lasciando il campo alla volontà laica, come nel caso della Scuola Tecnica Regia di Caltanissetta, dove per opera del barone Mario Bonfiglio venne realizzata l'ultima meridiana monumentale in Sicilia nel 1913. Nel frattempo, sulla facciata del Municipio di Augusta si inaugurava un elegantissimo orologio solare in occasione dell'eclissi di sole del 1870, capace di fungere anche da calendario grazie alla lemniscata lungo la linea del mezzogiorno e indicare i segni zodiacali. 

Un'opera molto simile, ma più complessa, fu commissionata da m. Antonio Caff al pluripremiato sacerdote inventore biancavillese Salvatore Franco. Si tratta di un orologio solare che funge anche da meridiana, costituita da tre gnomoni di cui uno individua gli equinozi e il 18 marzo, forse per ricordare l'indomani, festa di San Giuseppe, onomastico dell'allora vescovo m. Dusmet. Quest'opera senza data (1888-1890), visibile nel cortile dell'arcivescovato di Catania, segna anche l'orario di Palermo (distante 6'28'' da Catania), forse, per orientarsi con gli orari dei treni. 

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In questa foto: orologio solare di Salvatore Franco affisso nel cortile dell'Arcivescovato di Catania

 

 

 

 

 

 

 

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