Tour a sud di Siracusa: mare cristallino, buon pesce e tanta storia da scoprire




Come trascorrere una vacanza fuori dalle regole in provincia di Siracusa e visitare questa zona della Sicilia sud orientale in soli tre giorni? Ecco a Voi Portopalo di Capo Passero, Marzamemi, Pachino e Rosolini, un territorio pieno di storia, mare cristallino, enogastronomia e tradizioni.

Viaggiare fino all’estrema punta della Sicilia sudorientale è un’esperienza che lascia il segno, fosse solo per mangiare un’arancina davanti ai resti di una tonnara, fare windsurf lì dove due mari si incontrano, godersi un palio in cui sono le barche a sfidarsi (e non i soliti cavalli) o visitare la tomba rupestre più grande dell’isola. E allora non perdiamo tempo, mettiamo lo stretto necessario in valigia e partiamo per il profondo sud. Cammineremo, osserveremo e mangeremo l’impensabile.

GIORNO 1

Portopalo di Capo Passero, fare una vacanza di frontiera siciliana nel comune più a sud d’Italia

 

 

Cari picciotti, la prima tappa dell’itinerario nella Sicilia sud orientale è il comune siracusano più a sud d’Italia, più a sud di Tunisi (al di sotto del parallelo): Portopalo di Capo Passero, un paesino di mare e ricco di bellezze naturalistiche ed enogastronomiche. Siamo in quattro a fare questo viaggio: io, la mia ragazza e una coppia di amici. Siamo grandi appassionati di mare, trekking e sport più o meno convenzionali. Abbiamo scelto di fare un itinerario in questa zona perché sappiamo che può conciliare le nostre esigenze “sportive” con il relax. Raggiungiamo Portopalo di Capo Passero senza grandi difficoltà, sistemiamo i bagagli nel b&b prenotato e diamo inizio alla nostra avventura!

Portopalo di Capo Passero on the road: il castello Tafuri

 

 

Partiamo con un’esplorazione della zona costiera orientale di Portopalo, giusto perché abbiamo anche voglia di vedere con i nostri occhi il castello Tafuri, un maniero che si affaccia sul mare costruito nel 1935 con della pietra prelevata dall’Isola delle Correnti e voluto dal marchese Bruno di Belmonte. Purtroppo il castello non è visitabile, anzi è in vendita, fateci un pensierino…

La Tonnara di Capo Passero

 

 

Scendiamo ancora più a sud per ammirare da fuori la tonnara di Portopalo di Capo Passero,un grande reperto di archeologia industriale siciliana, una delle tonnare più importanti della Sicilia di proprietà dei Belmonte (come il castello Tafuri). Della tonnara sono ancora visibili i resti della grande loggia, lo stabilimento per la lavorazione del tonno, i magazzini, la fornace e i resti della chiesa del XVII secolo, ma vi sconsiglio di avventurarvi all’interno dell’ex stabilimento. È tutto molto affascinante, pur nella sua crudeltà, dato che i tonni qui venivano a morire. Un luogo da vedere e fotografare.

Spiagge di Portopalo di Capo Passero: quale scegliere?

Siamo in vacanza a Portopalo di Capo Passero e dintorni, terra di mare, e una domanda sorge più che spontanea: in quale spiaggia andiamo? A voi la scelta: - Morghella: tra Portopalo e Marzamemi, è una spiaggia sabbiosa comoda, praticata dagli appassionati di snorkeling e immersioni, oltre che dalle famiglie. - Scalo Mandrie: tratti di sabbia misti a tratti rocciosi, a scalo Mandrie il mare è azzurrissimo e i fondali bassi, anche questa praticata dalle famiglie con bambini e dagli amanti del relax. Bellissimo il panorama con la tonnara di Capo Passero da un lato e l’Isola di Capo Passero dall’altro. - Isola di Capo Passero: qui siamo al top, picciotti. L’Isola di Capo Passero è una piccola meraviglia della natura, che offre sia comode spiagge sabbiose, sia tratti rocciosi con delle grotte raggiungibili solo via mare, ma in grado di offrire spettacoli unici al mondo, come la grotta del polpo, all’interno della quale si può assistere a un magnifico gioco di luci e colori dato dai riflessi del mare sulle pareti della grotta. Capo Passero è l’isola per tutti i gusti!

 

 

- Punta delle formiche: curioso nome per una punta di roccia arenaria costeggiata da piccoli scoglietti (le formiche, appunto) e con un tratto di sabbia fine tra le rocce. È consigliata soprattutto agli amanti del nuoto libero perché non è facilmente raggiungibile a piedi.
- Isola delle Correnti: è questa la punta più a sud della Sicilia, la spiaggia situata di fronte l’omonimo isolotto. Qui lo Ionio e il Mediterraneo si incontrano, la zona è abbastanza ventosa, per cui, nonostante la comodità della spiaggia, è sconsigliata alle famiglie con bambini, a causa delle forti correnti marine. Ovviamente, invece, è straconsigliata a surfisti e a chi pratica sport d’acqua e di vento.
- Playa Carratois: è una delle più conosciute, a sette chilometri da Portopalo, dopo l’Isola delle Correnti. È una spiaggia comoda, adatta per famiglie e bambini grazie ai fondali bassi,che si trasformano in una sorta di piscina in prossimità di punta Rio, e all’area attrezzata. È praticata anche dai surfisti e dagli amanti del windsurf.

Ristoranti e gastronomia di mare a Portopalo di Capo Passero: ecco dove e cosa mangiare

Si capisce, la gastronomia di Portopalo di Capo Passero è quasi interamente basata sul pesce, cucinato nelle mille varianti della tradizione culinaria siciliana. Per cui non fatevi mancare pesce spada, pesce azzurro, crostacei cucinata in 1000 e più modi. Un consiglio su tutti? Le tagliatelle all’aragosta. Fiutatele, trovatele e godetene fino a scoppiare!

Ecco l'Isola di Capo Passero: la guardiana del mare di Sicilia

L’Isola di Capo Passero è un lembo di superficie di fronte alla terraferma, più lungo che largo, ma è collegata alla Sicilia tramite una striscia di sabbia che si può percorrere a piedi nei momenti di bassa marea. Quando c’è l’alta marea, invece, potete farvi portare all’isolotto dalle barchette di pescatori o noleggiare un pedalò o rimboccarvi le maniche e remare fin lì con una canoa. Giunti all’Isola di Capo Passero potete fermarvi a prendere il sole in spiaggia o avventurarvi nell’entroterra per vedere i magazzini della tonnara di Portopalo o percorrere il sentiero che vi porta fino alla fortezza di Capo Passero, un’opera di architettura militare del 1600. C’è anche una statua alta 5 metri e posta su un piedistallo di altrettanti 20: si tratta della statua bronzea di Maria Santissima Scala del Paradiso, detta “la Guardiana del mare di Sicilia”, realizzata da Mario Ferretti e inaugurata nel 1959, che silenziosamente veglia su Portopalo di capo Passero e protegge gli abitanti e i navigatori.

 

Isola delle Correnti, lì dove lo Ionio e il Mediterraneo si incontrano

 

 

Ve l’avevo detto che io e i miei amici siamo appassionati di windsurf e, a detta di molti e poi confermato da noi, non esiste posto migliore in Sicilia dell’Isola delle Correnti. E propri la baia di quest’isola è bagnata dai mari Mediterraneo e Ionio, che si incontrano e scontrano ripetutamente tra loro, così come le varie correnti: levante, scirocco, ostro, libeccio, ponente e maestrale. Proprio per questo motivo, il mare di Isola delle Correnti è un posto ideale per praticare surf o, come abbiamo fatto noi, windsurf. Per gente esperta il divertimento è assicurato! Per le famiglie e i bambini, invece, sconsiglio questo posto, a meno che non si decida, in un giorno di bassa marea, di percorrere la lingua di terra costruita per raggiungere l’isolotto. Non troverete molto, ma almeno potrete vantarvi di aver camminato sulla terra della punta più a sud d’Italia.

Tradizioni siciliane e competizione allo stato puro: il Palio del mare di Portopalo di Capo Passero

Fare un viaggio a Portopalo di Capo Passero e nella costa sud orientale della Sicilia in estate è facile, trovarsi qui per la festa di San Gaetano, come fortunatamente è capitato a noi, non sempre è scontato. Ma ne vale la pena, credetemi. La festa di San Gaetano, patrono di Portopalo di Capo Passero, è molto sentita dagli abitanti del paese. Così sentita che le dedicano festeggiamenti ed eventi, come il Palio del mare, conosciuto meglio come “A cursa re varchi” (la corsa delle barche). Si tratta di una tradizione veramente antica che è riuscita a resistere fino a oggi. Inizialmente gareggiavano barche a sei remi e gli anziani del luogo ci raccontano che ai loro tempi si faceva sul serio. La gente considerava “A cursa re varchi” una vera e propria sfida agonistica in cui le varie fazioni si sfidavano a colpi di remi.Oggi la manifestazione si svolge a Scalo Mandrie, che raggiungiamo dopo una sosta in albergo per una doccia e un po’ di riposo. Prima dell’attesissima corsa, ci sono la tradizionale gara di nuoto e la “Cuccagna a mare”, gioco in cui viene posto orizzontalmente sopra il livello dell’acqua un lungo palo di legno cosparso di grasso sopra il quale si avventurano i concorrenti. L’obiettivo è quello di riuscire ad acchiappare la bandierina posta all’estremità del palo, mentre questo viene fatto oscillare. Il tutto si svolge fra applausi e grida di incitazione da parte degli spettatori. L’aria di festa che si respira qui è qualcosa di incredibile! Terminata la cuccagna, si passa finalmente al palio. Le barche sfidanti devono percorrere un tratto di mare fino a raggiungere la bandiera, fare il giro di boa e tornare al punto di partenza. Vince, ovviamente, il più veloce. Ah, su ogni barchetta ci sono cinque concorrenti (4 rematori più il caposquadra). Colori, profumo di cibo e del mare, musica e fuochi d’artificio finali ci fanno trascorrere una bellissima serata a Portopalo. Vorrei rimanere qui per sempre…

GIORNO 2

Pachino, paese siciliano più soleggiato d’Europa, trionfo del rosso: quello del pomodoro (ciliegino) e del vino

Secondo giorno di vacanza in Sicilia, il weekend è ancora all’inizio e il nostro itinerario di viaggio nemmeno a metà: ci aspetta ancora tanto sole, spiagge, mare, natura incontaminata e degustazioni enogastronomiche da far paura persino a Carlo Cracco! Pachino fa parte del comprensorio della Val di Noto. Un’indagine del 2001 ha assegnato a Pachino il titolo di città più soleggiata d’Europa. Forse è proprio per questo motivo che il pomodoro di Pachino è così buono e famoso in tutto il mondo… Ci svegliamo ultra carichi per affrontare la bella giornata che abbiamo davanti. Facciamo colazione e via, destinazione Pachino.

Sulle tracce della preistoria di Pachino: grotta Corruggi e grotta Calafarina

Pachino è una città in provincia di Siracusa di 22.000 abitanti, un vivace centro enogastronomico, culturale e di mare della Sicilia sud orientale sin dal passato. Lo testimoniano i numerosi ritrovamenti nei vari siti archeologici, a partire dalla preistoria in poi, come le grotte nei dintorni di Pachino, facilmente raggiungibili in zona Marzamemi.
1. La grotta Corruggi si trova in contrada Vulpiglia, a pochi metri dal mare. È uno dei più importanti siti neolitici siciliani ed è una delle uniche due grotte di questo genere insieme a quella di Novara di Sicilia. È stata studiata da molti archeologi che hanno ipotizzato che vi fosse un sito rupestre. Abitata dal Mesolitico, al suo interno sono stati ritrovati molti utensili e ossa di Equusbydruntinus, un animale simile all’asino che si è estinto migliaia di anni fa.
2. La grotta Calafarina si trova tra Marzamemi e Portopalo di Capo Passero. Anche questa è stata abitata dal Mesolitico. Al suo interno sono stati ritrovati resti risalenti all’Età del Bronzo.

Le spiagge di Pachino: 8 chilometri di costa siciliana da Marzamemi alla riva in cui approdò Ulisse

Devo dire che siamo entrati un po’ nel panico quando abbiamo dovuto scegliere la spiaggia di Pachino in cui trascorrere la mattinata: stiamo parlando di chilometri di spiagge una più bella dell’altra in cui potersi rilassare, praticare sport acquatici e sguazzare in acque limpide e cristalline. Le spiagge appartenenti alla zona di Pachino si snodano tra la costa Ionica e quella Mediterranea. Costa Ionica
- San Lorenzo: comoda spiaggia a pochi metri dalla riserva naturale di Vendicari. Sabbia chiara e acque iper pulite fanno di San Lorenzo una delle spiagge più belle della Sicilia. Ci sono dei lidi in cui poter affittare sdraio e ombrelloni. Consigliata per le famiglie.
- Spinazza: spiaggia libera, ma con la possibilità di scegliere lidi attrezzati. La sabbia è fine e dorata. È una spiaggia molto frequentata, quindi non la consiglio agli amanti del relax, ma a chi passa il tempo a divertirsi giocando a beach volley o ad ascoltare musica movimentata nei chioschi. - Marinella (detta anche “Spiaggetta”): spiaggia tranquilla, ma non troppo, una giusta via di mezzo tra il posto sperduto e quello sovraffollato. È comoda perché vicinissima al centro di Marzamemi.
- Cavettone: è una spiaggia privata che offre una marea di servizi, dal bar ai servizi igienici, ecc. L’ingresso alla spiaggia è a pagamento e, una volta entrati, ci si può godere il fantastico mare di questa zona della Sicilia. Costa Mediterranea
- Costa dell’Ambra: è una delle spiagge più ampie di Pachino, chiamata così per il colore ambrato della sabbia. Questa zona è anche chiamata porto Ulisse perché si dice che l’eroe greco sia approdato qui durante il suo viaggio nel Mediterraneo. E anche gli americani approdarono in queste zone nel 1943, durante l’operazione Husky. È consigliata agli amanti del birdwatching.
- Granelli: è una spiaggia ubicata nel tratto Pachino-Pozzallo. La consiglio agli amanti della natura un po’ più aspra, a chi preferisce i luoghi incontaminati e circondati dalla vegetazione e agli amanti del birdwatching. A Granelli si formano dei pantani naturali dove si fermano molti uccelli migratori. La spiaggia è larga e il fondale basso, per cui è facilmente praticabile anche dalle famiglie. A voi la scelta!

Mangiare a Marzamemi: l’esaltazione della cucina siciliana tutta in un pranzo

Picciotti che fame, siamo alla disperata ricerca di un buon ristorante in cui mangiare le specialità di Pachino. Cerchiamo qualcuno che esalti al meglio il mitico pomodorino. Trovato! Dopo un abbondante antipasto di mare (cozze, gamberi, salmone e pescespada), mi butto a capofitto sulla mitica PASTA ALLA CARRITTERA, piatto forte della tradizione sicula a base di pomodoro, aglio, basilico e ricotta salata. Un piatto semplice e povero, sì, ma con un gusto inimitabile. Come secondo ordino un’ altra specialità-bomba, la CERNIA ALLA MATALOTTA (rigorosamente ancora pesce), sempre a base di pomodorino di Pachino IGP, olive, capperi di Pantelleria, aglio, cipolla, prezzemolo e, ovviamente, la cernia. Che incanto, che goduria, CHE SCIALO!!! Il cibo siciliano non ha rivali, assicurato!

Marzamemi, un pezzo di paradiso in Sicilia sotto il livello del mare

 

Marzamemi è un sogno, uno di quei luoghi da vedere prima di morire, un borgo in cui andrei a vivere se decidessi di cambiare vita: se me ne andasse in vacanza per sempre sì, sceglierei la Sicilia e questo piccolo borgo marinaro dal nome arabeggiante. Facciamo una passeggiata digestiva dentro la borgata, dove regna un adorabile silenzio post-pranzo. Il sole picchia fortissimo da queste parti, ma noi non demordiamo e raggiungiamo piazza Regina Margherita e da lì ci spostiamo verso via Letizia e via Principe Villadorata. Ci sono le antiche case dei pescatori, le due chiese dedicate a San Francesco di Paola. Tutto è poesia a Marzamemi, anche sotto il sole cocente. Andiamo a vedere la famosa Tonnara, la seconda della Sicilia dopo Favignana. La sua costruzione risale al XVI secolo. Qui c’è il Palazzo del Principe, cuore pulsante della Tonnara, la loggia degli scieri (ricovero delle barche della tonnara) e i vecchi stabilimenti per la lavorazione del tonno. Ci sediamo e ammiriamo lo spettacolo davanti ai nostri occhi. Siamo senza parole…

Dai migliori vitigni l’uva per i vini siciliani: corso di degustazione in cantina tra i pomodori di Pachino

La Sicilia sud orientale, con la Val di Noto e l’area di Pachino, possiede una gran quantità di vitigni di ottima qualità bianchi e rossi: Syrah, Cabernet, Merlot, Chardonnay, Moscato, Nero d’Avola, Eloro e potrei continuare ancora. Assistere alla produzione del vino e visitare i luoghi in cui questo avviene è una gran bella esperienza. Se poi imparate anche a riconoscere i vitigni e le loro caratteristiche, la degustazione diventa un’esperienza imperdibile.

Borgo Maucini a Pachino, il bello di fotografare antichi villaggi siciliani abbandonati al tramonto

Sulla strada da Portopalo a Pachino, ci fermiamo per una manciata di minuti a borgo Maucini, un ex feudo settecentesco appartenente alla famiglia Deodato-Burgio, ormai abbandonato. Il borgo sorgeva tutto attorno alla piazza, una sorta di grande cortile. Oltre alle abitazioni c’erano le stalle, i magazzini, il frantoio e una cappella. Il borgo fu abbandonato ai primi del ‘900 per essere riutilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale come caserma militare da parte dei fascisti. Ci aggiriamo tra i resti dell’antico borgo e ne approfittiamo per scattare delle foto al cortile e alla cappella. Appassionati di fotografia, non fatevi mancare borgo Maucini se passate da queste parti!

Mangiare “caiuccu” a Portopalo di Capo Passero

Enogastronomia siciliana, quanto ti amo!Ho una certa fretta… voglio andarmi a sedere comodo al ristorante e assaggiare sto “caiuccu”, un’impanata o, come si dice da queste parti, una “scacciata” farcita con pesce, cipolla e patate. Ed eccomi accontentato! Il caiccu ricorda in pieno gli antichi sapori quasi perduti. Sa di questa terra, della magnifica Sicilia orientale e di tutto quello è in grado di produrre. Buono il caiccu, buonissimo.

GIORNO 3

Rosolini, paese ponte tra le province siciliane di Siracusa e Ragusa

 

 

Rosolini, ultima tappa del nostro breve ma intensissimo viaggio in Sicilia, un itinerario naturalistico, culturale ed enogastronomico che mi ha dato veramente tanto. Vediamo se anche Rosolini sarà all’altezza di Pachino e Portopalo di capo Passero.
Rosolini è un comune di 22.000 abitanti appartenente alla provincia di Siracusa, ma che si trova in realtà ai confini con quella di Ragusa, a pochi passi da Cava d’Ispica. Abbiamo inserito Rosolini nel nostro itinerario perché, conoscendo bene il resto della Sicilia sud orientale, volevamo dare un’occhiata anche a questo paese non menzionato nei classici tour della Sicilia, ma importante soprattutto dal punto di vista archeologico ed enogastronomico. E allora andiamolo a vedere!

Cosa vedere a Rosolini: il centro storico e i monumenti più importanti

Come visitare Rosolini? Avete cercato aiuto su internet ma non ci avete capito molto? Ok, vi diamo una mano. Premetto che noi arriviamo a Rosolini nella tarda mattinata perché ci piace prendercela comoda quando siamo in vacanza.
I monumenti da visitare nel centro di Rosolini sono la chiesa Madre e la chiesa del Santissimo Crocifisso.
1. La chiesa Madre di Rosolini è dedicata a San Giuseppe. È una bella chiesa, sempre in tema con il Barocco della Val di Noto, ma con una punta di stile neoclassico. Internamente, è costituita da tre navate addobbate da stucchi e sculture molto imponenti. Ci sono anche un fonte battesimale risalente al ‘700 che si trovava nella cappella di San Girolamo, all’interno del castello dei Platamone e la mandibola di San Luigi Gonzaga, patrono di Rosolini. La chiesa si trova in piazza Garibaldi.
2. A 300 metri dalla chiesa Madre c’è la chiesa del Santissimo Crocifisso. È una chiesa molto particolare, in stile liberty, ricostruita nei primi del ‘900 sulla base dell’antica chiesa che sorgeva al suo posto (ex chiesa Madre). All’interno della chiesa è custodita la “Croce Santa”, proveniente dall’eremo omonimo che si trova poco fuori da Rosolini, e una scultura di Biagio Poidomani raffigurante “la Deposizione di Cristo”.

Un tuffo nel Medioevo siciliano: il castello e la Basilica dei Platamone a Rosolini

La Sicilia, si sa, è ricca di monumenti e di testimonianze storiche delle dominazioni del passato. La famiglia dei Platamone dominò per tanti anni il territorio di Rosolini. I resti del castello ne sono una testimonianza, anche se dell’ antico maniero rimane ben poco ed è inglobato nel borgo feudale di via Consiglio.  E sempre nel feudo dei Platamone c’ è una basilica rupestre, consacrata alla Madonna del Buon Consiglio, risalente all’ epoca bizantina e scavata nella roccia. Si possono ammirare le tracce degli altari, delle nicchie votive, dell’ Abside e di una tomba paleocristiana a baldacchino.

Pranzo-degustazione all’ombra dei carrubi nelle campagne di Rosolini

Si è già fatta ora di pranzo, gli stomaci brulicano e così ci dirigiamo verso l’agriturismo – ristorante in cui abbiamo prenotato.
Ah, Rosolini è anche detta “la città del carrubo” perché nelle campagne che la circondano ci sono sterminate distese di alberi di carrubo. E il carrubo viene impiegato in tutti i modi possibili e immaginabili: con la farina ricavata si cucinano primi, secondi, impasti per dolci, esiste perfino il liquore al carrubo!
Anche a Rosolini, ovviamente, la cucina siciliana è di qualità, così come in tutta l’isola. Facciamo un pranzo con i fiocchi: antipasto a base di caponata, formaggi (non dimenticate di assaggiare il cosacavaddu ibleo), salumi e le mitiche nfigghiulate, che sarebbe un impasto ripieno di ricotta, uova e salsiccia o con altri condimenti, per poi passare a dei fantastici ravioli di ricotta conditi con un sugo di maiale…. MMM SPETTACOLO PURO!!! Il tutto, cari signori, viene accompagnato dall’ottimo vino della zona, rigorosamente a chilometro zero. Completa il quadro il magnifico scenario della campagna siracusana… e la felicità è servita!

Leggende di Sicilia: il bue che andò a pregare nell’eremo di Croce Santa a Rosolini

Beh, diciamo che il pranzo a Rosolini ha soddisfatto alla grande le nostre aspettative. Adesso ci muoviamo a visitare l’eremo di Croce Santa, che si trova nei pressi di Cava d’Ispica. Si tratta di quattro chiese ricavate all’interno di quattro grotte; due di queste sono state distrutte dai terremoti. La terza chiesa presenta affreschi importanti, mentre la quarta è la chiesa contenuta all’interno della grotta del bove. La grotta si chiama così perché, stando a quanto si dice da queste parti, un bue disperso fu ritrovato inginocchiato in questa grotta davanti a una croce di legno. La croce fu poi ritrovata nel 1533 e adesso si trova nella chiesa del Santissimo Crocifisso.

I resti archeologici di contrada Stafenna a Rosolini

Picciotti, vi do un’ultima dritta. Mi rivolgo soprattutto agli “smanettoni” di archeologia: in contrada Stafenna (poco fuori Rosolini), vi sono i resti di catacombe e ipogei cristiani risalenti alle epoche bizantina e medievale. Fateci un salto, è sempre bello conoscere quanto più possibile della bedda Sicilia!

Degustazione ipercalorica col cannolo di carruba di Rosolini

 

 

È già pomeriggio inoltrato, l’itinerario tra le bellezze della Sicilia sud orientale è quasi concluso ma il mio weekend non può terminare con l’amaro in bocca. Devo portarmi un sapore che mi ricorderà Rosolini quando sarò lontano da qui… E senza grandi difficoltà lo individuo: è il cannolo siciliano la cui cialda, però, è fatta con la farina di carruba. Una cosa paradisiaca, STRAORDINARIO!!! Ora sì che ci siamo: oltre che nel cuore, la Sicilia me la porto anche in bocca!!! Bye bye terra dei sogni.